SANTI. –
Al Ministro della marina mercantile -
Per conoscere a quali risultati abbiano condotto le indagini
preliminari da lui promosse sulle cause che hanno determinato
l’affondamento della motonave Fusina che ha provocato la
tragica scomparsa in mare dell’intero equipaggio salvo un solo
superstite.
Per sapere se siano esatte le notizie che la stampa riporta, secondo
cui esistono gravi carenze nel sistema di sicurezza costiero in
particolare della Sardegna ed in più in generale se esistono
manchevolezze nei servizi di salvataggio in mare su tutte le coste
italiane.
Per essere informato circa i provvedimenti che il ministro intenda
mettere in atto per rendere più sicura la vita dei marittimi
italiano già così provati dalla durezza del lavoro e dai bassi
salari.
RISPOSTA. – La commissione d’inchiesta formale di cui
facevano parte anche due esperti in stivaggio e in condotta della
navigazione, appositamente designati dalle organizzazioni sindacali
dei marittimi, ha concluso i suoi lavori il 16 giugno 1970.
Da tali lavori è emerso che l’affondamento della motonave Fusina
può ipotizzarsi avvenuto per spostamento del carico di blenda,
successivo ingavonamento della nave e conseguente allagamento delle
stive.
Le notizie cui si riferisce l’interrogante, apparse sulla stampa e
relative a presunte gravi carenze e manchevolezze del sistema di
sicurezza costiero, sono da considerarsi infondate, in quanto le
stazioni radio di Cagliari, Roma, Genova, Trieste e Napoli della
amministrazione delle poste e telecomunicazioni nonché con le
stazioni di Augusta, Taranto e Ancona, queste ultime molto potenti,
della marina militare, si è in grado di garantire su tutti i mari
che circondano il territorio nazionale la ricezione delle richieste
radiotelegrafiche del servizio di assistenza per la sicurezza della
navigazione e per la salvaguardia della vita umana in mare. Si noti
che tali stazioni sono in continuo ascolto.
Il Ministero delle poste e telecomunicazioni ha inoltre da tempo
realizzato una propria rete di stazioni costiere in VHF per il
servizio radiotelegrafico marittimo commerciale; stazioni che
effettuano anche un servizio di ascolto ai fini della sicurezza dei
natanti in navigazione a distanza ravvicinata dalla costa (circa 50
miglia dalle stazioni stesse).
E’ ben vero che in alcuni casi questa rete può essersi dimostrata
non pienamente rispondente ad ogni esigenza, per ragioni tecniche di
ordine oggettivo, cioè che il verificarsi delle cosiddette <<zone
d’ombra>> onde, il Ministero delle poste e telecomunicazioni, già
prima del naufragio della motonave Fusina, aveva impostato un
piano di integrazione degli impianti esistenti lungo tutte le coste
italiane.
Del predetto piano si prevede la definitiva realizzazione entro il
1972.
Per quanto riguarda i provvedimenti di specifica competenza di
questo Ministero, atti a rendere più sicura la navigazione anche
alla luce della tragica esperienza avutasi con la perdita del
Fusina e del suo equipaggio, si segnala che, in data 25 febbraio
1970, con circolare diretta a tutti gli organi periferici, il
Ministero stesso ha integrato con più rigorose e dettagliate
prescrizioni le norme per lo stivaggio ed il trasporto dei minerali
flottati, in modo che i comandi di bordo nulla trascurino per
ovviare al pericolo di scorrimento del carico.
Il Ministro:
Attaguile |