Il
Capitano di Vascello Giacomo Piccioni, che diresse i
soccorsi, ha avuto un legame indissolubile con l’Isola
di San Pietro, per questo voglio ricordarlo.
Nato a
Imperia (Porto Maurizio) il 14.11.21, frequentò il corso
normale di “stato maggiore” presso l’Accademia Navale
della M.M..
La sorte
le fece incontrare una Covacivich (nipote del noto
Giacomo fondatore della “Casa dell’Amicizia”) con la
quale, da giovane ufficiale, si unì in matrimonio.
Da allora
ogni estate tornava sullo “Scoglio” che considerava la
continuità ideale di Porto Maurizio.
Lo conobbi
per la prima volta a Cagliari: lui destinato d’autorità,
io per scelta personale.
Il fatto
che io fossi “Carlofortino” non mi facilitò il lavoro.
Trovammo
una eccellente intesa perché accomunati dal comune
rispetto delle regole senza compromessi e dalla
reciproca lealtà.
Nel 1971
ci ritrovammo a Taranto, lui comandante dell’Impetuoso,
io destinato prima sul Garibaldi e poi sul Vittorio
Veneto.
Piccioni
fu promosso ammiraglio e assunse un importante incarico
presso lo Stato Maggiore Difesa (era un esperto in
telecomunicazioni).
Il
25.10.1978 morì prematuramente, colpito da un male
incurabile.
Prima di
andarsene espresse il desiderio di essere sepolto
nell’Isola di San Pietro.
Abbiamo
percorso insieme l’ultima passeggiata: dalla Chiesa di
San Carlo al Giunco.
Giacomo
Piccioni riposa in pace in una tomba a ridosso del muro
perimetrale di ponente.
Tornando
al Fusina, Piccioni non si diede pace per non aver
salvato nessuno, nonostante il massiccio impiego di
tanti mezzi.
Il 16 e il
17 gennaio del 1970 il destino fu veramente avverso per
l’equipaggio del Fusina. |