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La tragedia del Fusina |
Settima parte |
Rassegna
stampa nazionale |
Articolo 24 |
IL SECOLO XIX
domenica 25 gennaio 1970 |
Si tenta di
localizzare il punto dell’affondamento |
Perché l’«SOS»
della Fusina non è stato ricevuto? |
Si avanza
l’ipotesi che l’antenna radio della nave non fosse correttamente
sistemata e tale condizione avrebbe impedito la trasmissione -
Recuperata in mare a punta Cannone dai carabinieri sommozzatori la
salma del comandante Mario Catena |
Roma,
24 gennaio
L’ufficio stampa del ministero della marina mercantile, in merito al
naufragio della nave «Fusina», comunica che «a conclusione della
prima fase dell’indagine sommaria, non sembra ancora possibile
formulare una ricostruzione attendibile delle cause e delle
eventuali responsabilità che hanno generato il drammatico
sinistro».
«Al fine di pervenire sollecitamente alla ricostruzione degli
eventi, sia in merito all’affondamento dello scafo e sia in
riferimento alla mancata ricezione dei segnali di soccorso, che
peraltro non risultano intercettati da alcuna stazione ricevente
costiera né italiana, né straniera, né da navi di passaggio nella
zona - prosegue il comunicato - il ministro della Marina mercantile,
Vittorino Colombo, ha disposto l’inizio dell’inchiesta formale da
parte della commissione d’inchiesta prevista dal codice di
navigazione, nella quale il ministro ha voluto inserire tre
«esperti», scelti uno dal mondo accademico, una fra i comandanti
di navi, e uno fra i periti di stivaggio.
Gli ultimi due saranno designati dalle organizzazioni sindacali dei
lavoratori marittimi più rappresentative, anche in considerazione
dell’intervento da esse compiute per sensibilizzare le autorità
politiche al giusto problema della sicurezza delle vite umane».
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«Coni d’ombra»
L’on. Vittorino Colombo ha disposto anche l’istituzione immediata di
un centro-soccorso nella zona di Sant’Antioco-Carloforte e ha
sollecitato il ministero delle Pose e Telecomunicazioni al fine di
affrettare l’installazione di una stazione radioricevente idonea ad
evitare la mancata ricezione dei segnali, derivante da presunti
«coni d’ombra».
Circa le ragioni della mancata ricezione dei segnali di richiesta di
soccorso, il ministero della Marina Mercantile considera
l’eventualità che un «SOS» non sia stato lanciato.
Solo in questo caso si potrebbe, infatti, spiegare perché (a parte
la stazione di Campu Mannu, che si trovava in «cono d’ombra» e
quella di Porto Torres, che non funziona oltre una certa ora)
neppure gli importanti centri di ascolto di Algeri, Tunisi e
Marsiglia abbiano captato il segnale.
In sede ministeriale non si avanza alcuna illazione sul perché del
silenzio ma qualcuno ha accennato alla possibilità che la nave non
avesse l’antenna correttamente sistemata e che, di conseguenza, non
potesse trasmettere.
Accade, infatti, che le navi ammainino, durante le operazioni di
scarico, l’antenna che ostacola la corsa dei bighi.
In qualche caso salpano senza curarsi di rimettere a posto l’antenna
stessa - operazione che richiede mezz’ora e più - e rimandano al
giorno successivo.
Il «Fusina», in effetti, era salpato da Porto Vesme alle ore 21
del 19 gennaio e il dramma è accaduto tra le 22,30 e le 23.
Il ministro ha disposto, infine, che le operazioni di individuazione
dello scafo affondato siano intensificate, in modo da verificare in
maniera diretta le cause del disastro. |
Fra gli scogli
Il corpo del naufrago del «Fusina» recuperato ieri dai
sommozzatori dei carabinieri tra gli scogli di Punta Cannone è stato
identificato: è quello del comandante Mario Catena. |
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Fine settima parte - Articolo 24 |
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