Cagliari, 20 gennaio
Sono
ricominciate, alle prime luci dell’alba, le ricerche degli altri
quattordici uomini dell’equipaggio della «Fusina» dispersi.
Alle fregate «Altair» e «Andromeda» si è aggiunta la corvetta
«Scimitarra» proveniente dalla Sicilia e fatta dirottare dal
comando di Marisardegna nelle acque in cui è avvenuto il naufragio.
Mentre le unità più grandi incrociano al largo, il rimorchiatore
«Atleta» e le due motovedette della capitaneria di porto di
Cagliari e della guardia di finanza, perlustrano le acque in
prossimità delle coste dell’isola di San Pietro.
IL corpo di un altro marinaio della «Fusina» è stato trovato poco
dopo mezzogiorno a tre miglia da Capo Sperone, a Sud dell’isola di
San Pietro, dalla motovedetta della guardia di finanza di Cagliari.
Nella zona circolano forti correnti e non è da escludere quindi che
i corpi dei naufraghi dispersi possano essere stati trascinati in
quello specchio d’acqua.
Il corpo di un altro marinaio della «Fusina» è stato ripescato poi
presso «La Caletta» tra punta Spalmatore e punta Cannone, vicino
all’isola di San Pietro.
La fregata «Altair» ha recuperato un altro corpo - il settimo - a
due miglia e mezzo a nord est dell’isoletta del Toro, nella zona
meridionale dell’isola di Carloforte.
Il corpo è di un uomo dalla apparente età di 55 anni, alto un metro
e 65 centimetri; indossa pantaloni scuri e una maglietta di colore
rosso acceso e porta all’anulare sinistro una vera nuziale.
La salma, come le altre due ripescate oggi, non è stata ancora
identificata.
I corpi dei tre naufraghi, sbarcati in serata a Carloforte, sono
stati composti nella camera ardente del cimitero.
Nel pomeriggio si è recato a Carloforte il sottosegretario alla
Marina Mercantile sen. Salvatore Mannironi per seguire da vicino le
operazioni di ricerca dei naufraghi.
Insieme con il sottosegretario era un ispettore del Ministero
incaricato dall’on. Vittorino Colombo di condurre un’inchiesta
sull’affondamento del mercantile.
Le organizzazioni sindacali dei marittimi della FILM-CGIL e della
FILM-CISL hanno affermato in un comunicato congiunto che il «fatto
non può suscitare soltanto sentimenti di cordoglio e di solidarietà
nei confronti dei familiari così crudelmente colpiti».
Richiamando l’attenzione del Paese «sugli intollerabili pericoli
che gravano sui naviganti per fatti assai precisi», il comunicato
afferma che «la morte in mare, nella maggior parte dei casi, deriva
dall’inosservanza delle norme sulla sicurezza violata da armatori
tesi molto spesso alla ricerca dei più elevati profitti.
L’arretratezza degli impianti di bordo, l’insufficienza numerica
degli equipaggi, il ricorso ad estenuanti orari di lavoro,
l’affrettata sistemazione del carico, la carenza di attrezzature nei
centri marittimi - prosegue il comunicato - costituiscono alcune
delle cause dei disastri in mare.
La FILM-CGIL e la FILM-CISL ritengono che il miglior modo di rendere
omaggio alla scomparsa dei marittimi del «Fusina» sia quello di
organizzare una grande campagna che scuota l’intera nazione affinché
sia garantita la vita dei marittimi imbarcati.
I Sindacati hanno chiesto una pronta e severa inchiesta del
Ministero della Marina Mercantile sui fatti del «Fusina».
L’on. Machiavelli ha rivolto questa sera una interrogazione ai
ministri della marina mercantile e della difesa per sapere se non
ritengano di rivedere prontamente la organizzazione di avvistamento
e segnalazione a terra per i naviganti, dotando le attuali strutture
- spesso antiquate - di attrezzature moderne e aumentandone, ove nel
caso, anche il numero e ubicandole in modo tale da rendere
efficiente il servizio le cui deficienze appaiono evidenti dopo la
gravissima sciagura della motonave «Fusina». |