Cagliari, 27 gennaio
Dopo il
ritrovamento da parte della motozattera liberiana «Darien» della
dodicesima salma del «Fusina», a venti miglia da Biserta, il mare ha
reso la tredicesima questa mattina, nei pressi di Punta Sperone di
Sant’Antioco, dove ieri l’altro è stata ritrovata quella di Giuliano
Scielzo, semicoperta dalle alghe.
Avvistata da un
pescatore, che ha chiamato sul posto i carabinieri ed i vigili del
fuoco, la salma, che era impigliata fra gli scogli è stata
recuperata nel pomeriggio dai sommozzatori dei carabinieri e dei
vigili del fuoco.
Portata a terra è
stata identificata da Ugo Freguia – il cameriere di bordo scampato
al naufragio – e da un rappresentante dell’armatore del mercantile
affondato, per quella del caporale di macchina Sergio Doria di 51
anni, abitante a Mestre.
L’identificazione è
avvenuta alla presenza del pretore di Sant’Antioco, dott. Antonio
Polo, nell’obitorio del cimitero della cittadina sulcitana.
Al largo hanno
incrociato anche oggi le navi della Marina Militare, impegnate nella
ricerca del relitto del «Fusina»; stamane però, la corvetta
«Scimitarra» ha dovuto lasciare le unità sorelle per muovere nel
luogo di un’altra tragedia del mare: un marinaio è caduto in mare
dal «Phoenix», un mercantile di quattrocento tonnellate, durante la
navigazione fra Tunisi e l’isola del Toro, non distante da
Carloforte.
La scoperta della
scomparsa del marinaio, Sirio Ciolli, di 46 anni, di Viareggio, è
stata fatta all’appello dell’alba.
Sono però poche le
speranze di trovare vivo il naufrago.
Alle ricerche
partecipa anche un aereo del centro soccorso di Elmas.
Le altre unità,
l’«Andromeda» e la «Altair», coadiuvate dai due aeroplani
antisommergibili della Marina Militare, hanno raggiunto il punto
dove, giorni fa, era stata rivelata dal sonar di bordo, una massa
ferrosa sommersa.
Sono stati
confrontati gli echi registrati dai vari apparati e il punto è stato
confermato.
In queste
operazioni si è consumata buona parte della giornata.
L’immersione della
telecamera, per ora, non ha dato ancora i risultati sperati, ma le
possibilità che si tratti del relitto del «Fusina» sono probabili –
si dice – al novanta per cento.
Intanto stasera, si
è appreso che è stata sbarcata ad Augusta, la salma del naufrago del
«Fusina» recuperato ieri dalla motocisterna «Darien», di 13.127
tonnellate, battente bandiera liberiana a 20 miglia a Nord di
Biserta (Tunisia).
Sul corpo del
marittimo, che dimostra una cinquantina d’anni, sono state trovate
una catenina d’oro ed una fede con dentro incisa la scritta “a
Maria-Giugno 1943”.
Il corpo era già in
stato avanzato di decomposizione e presentava ferite al viso.
Il marinaio aveva
attorno alla vita una ciambella di salvataggio ed indossava un
giubbotto pneumatico della «Fusina» recante il numero 19.
Il cadavere è stato
composto e trasportato nel cimitero comunale di Augusta in attesa
del riconoscimento.
Sono stati già
trasmessi alle autorità della Sardegna le notizie necessarie per
agevolare il riconoscimento.
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