A cura di Salvatore Borghero Rodin

     

 

 
 

A cura di Salvatore Borghero Rodin - Racconto a puntate sui principali eventi che hanno dato vita alla grande storia di Carloforte e dell'Isola di San Pietro

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16.01.2010 - Fusina - Nel 40° anniversario della tragedia che toccò il cuore dei Carlofortini
   

La tragedia del Fusina

Sesta parte

Rassegna stampa regionale veneta

Articolo 18

IL GAZZETTINO DI VENEZIA
martedì 27 gennaio 1970
- Lettere -
- Pagina 2 -

Nella rubrica «Lettere», il Gazzettino di Venezia (diretto allora da Alberto Cavallari, che negli anni ’80 diverrà Direttore del “Corriere della Sera”) di martedì 27 gennaio 1970 – pubblica, a pagina 2, la seguente lettera, sulla tragedia del «Fusina»:

Il naufragio del «Fusina»

Egregio Direttore,

Sono un ex ufficiale marconista della Marina, attualmente perito industriale collaudatore, presso una grossa industria metalmeccanica, ed ho seguito lo svolgersi e lo sviluppo dei fatti concernenti il Fusina.

L’ufficiale marconista Nordio è stato un mio compagno di corso, benché con un anno di differenza, lo conoscevo quindi bene.

Secondo me è da ritenere certa la causa dell’affondamento, dovuta alla mal distribuzione del carico, causa del conseguente spostamento e poi della perdita della nave.

Per quanto riguarda ora il campo più specifico della mancata ricezione del segnale di soccorso da parte delle stazioni costiere e in navigazione nell’area del Fusina, oltre a condividere la possibilità che Nordio possa aver eseguito o non eseguito una errata manovra di commutazione degli interruttori d’antenna, quel che può essere invece molto più probabile è che l’antenna non sia mai stata alzata, come succede spessissimo, direi quasi regolarmente sulle navi che hanno fretta di partire e dove la serie di operazioni finali, come la chiusura delle stive ed il fissaggio dei bighi di carico, viene fatta quando la nave è già partita ed il pilota è già sceso.

Queste operazioni non si protraggono in genere che per due o tre ore dalla partenza, ma nel caso del Fusina hanno perso tempo prezioso e al momento del bisogno era ormai troppo tardi.

Questa non è altro che una mia personale supposizione dovuta all’esperienza in mare, ma che può essere purtroppo ottimamente valida.

Con ogni probabilità l’inchiesta ed i sommozzatori diraderanno queste nebbie.

E’ da augurarsi in conclusione che emergano quei dati e quei fatti tali da rendere necessario il miglioramento ed il controllo con più severità e precisione degli apparecchi, dei procedimenti di caricazione e delle condizioni perché la nave possa prendere il mare, in maniera da garantire, per quanto possibile, una certa sicurezza, ed evitare che altri uomini perdano così facilmente la loro vita.

P.i. Livio Ravarotto
Costa di Rovigo

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Fine sesta parte - Articolo 18

 

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