Nostro servizio
Cagliari, 26 gennaio
La salma di un
altro marinaio del «Fusina» è stata trovata oggi da un pescatore su
una spiaggia nei pressi di Capo Sperone, a sud di Sant’Antioco.
Sono così undici le
salme sinora trovate e identificate.
Il corpo giaceva
sulla battigia semicoperto dalle alghe; era vestito con pantaloni e
maglione e intorno al petto aveva un salvagente a giubbotto.
Il pescatore,
Giuseppe Mei, ha avvertito alcuni carabinieri che perlustravano le
scogliere nelle vicinanze e il corpo del naufrago è stato portato
nella camera mortuaria del cimitero di Sant’Antioco dove, poco dopo,
Ugo Freguia, il cameriere di bordo, l’unico superstite dei
diciannove componenti dell’equipaggio, e il rappresentante della
società armatrice del “Fusina” lo hanno riconosciuto senza
esitazioni: si tratta dell’ingrassatore venticinquenne Giuliano
Scielzo, di Muzzana del Turgnano, via Sottoportico, 11.
Il pretore di
Sant’Antioco dottor Polo, ha ordinato al dottor Ibba, un medico di
Sant’Antioco, di fare la necroscopia.
Secondo quanto è
stato possibile apprendere, Giuliano Scienzo è morto per asfissia da
annegamento.
Questa sera, poi, al Centro ricerche, si è appreso che il corpo di
un altro dei naufraghi del “Fusina” (il dodicesimo) è stato
ritrovato oggi, da una motocisterna liberiana, la “Darien” al largo
delle coste tunisine.
La sorprendente
notizia, trasmessa via radio, è stata captata dalla stazione
ricevente del «Circomare» di Augusta.
Successivamente,
con un successivo messaggio, la «Darien» ha precisato di aver
recuperato il cadavere del naufrago, a circa 34 miglia dalla costa
tunisina, non lontano da Biserta, nei pressi dell’isolotto La Galite
ed ha fornito le coordinate: longitudine 37 gradi 34’ e latitudine
09.38.
La salma avrebbe
quindi percorso 360 km in dieci giorni.
Altra notizia di
rilievo è che questa sera i tecnici della Marina militare che sono
impegnati nelle ricerche del relitto del «Fusina» hanno detto che il
relitto sarà localizzato con certezza domani.
Tanta sicurezza fa
pensare che, praticamente, lo scafo del «Fusina» sia stato già
individuato.
La sorprendente
notizia, trasmessa via radio, è stata captata dalla stazione
ricevente del «Circomare» di Augusta.
Il capitano della
nave liberiana ha detto che il marinaio ha indosso un salvagente con
la scritta «Fusina».
L’arrivo della nave
è previsto per domani al porto di Cagliari.
Intanto, la notizia
che sono state date disposizioni per la istituzione immediata, nei
pressi dell’isola di San Pietro, di un Centro di soccorso, è stata
accolta con favore dai marinai che percorrono le rotte ad ovest
della Sardegna.
Così è stata
accolta con soddisfazione anche la richiesta dell’on. Colombo, fatta
al ministero delle Telecomunicazioni, di accelerare la pratica per
l’istituzione di nuove stazione radiotelegrafiche costiere.
Da parte delle
popolazioni marinare del «Sulcis», però, si afferma che non devono
essere trascurati gli impianti di rianimazione a terra: ogni anno la
scogliera è teatro di incidenti del mare.
Molti pescatori
sono naufragati, molti sub, colpiti da embolia gassosa sono morti o
hanno rischiato la morte per la mancanza di una camera di
decompressione.
In Sardegna ce n’è
una sola: a La Maddalena.
Molti subacquei
sono stati trasportati necessariamente fin laggiù, con lunghi voli,
in lotta con il tempo, nel tentativo di salvare una vita.
Dino Sanna |