A cura di Salvatore Borghero Rodin

     

 

 
 

A cura di Salvatore Borghero Rodin - Racconto a puntate sui principali eventi che hanno dato vita alla grande storia di Carloforte e dell'Isola di San Pietro

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La tragedia del Fusina

Sesta parte

Rassegna stampa regionale veneta

Articolo 15

IL GAZZETTINO DI VENEZIA
giovedì 22 gennaio 1970
- Pagina 4 -

A pagina 4 c’è un secondo articolo, su due colonne, non firmato.

LA SOCIETA’ ARMATRICE DELLA «FUSINA»
I ladri a Mestre visitano la sede della «Sana»

Rubate 21 mila lire – L’inventario però non è definitivo

Mestre, 21 gennaio

Nella vicenda dell’affondamento del mercantile «Fusina» c’è da ieri un capitolo «giallo».

Gli uffici della società abruzzese di navigazione (Sana) proprietaria del «cargo» inabissatosi al largo di Capo Sandalo, in Sardegna, sono stati visitati dai ladri.

Prima di partire per Carloforte il direttore della società, comandante Borsani, ha denunciato ai carabinieri l’incursione dei malviventi negli uffici al terzo piano di uno stabile di Corso del Popolo.

Dalla denuncia risulta che il furto è stato scoperto da Maria Masetto, la donna addetta alle pulizie dell’ufficio, abitante in via Squero 62.

La Masetto si era recata nella sede della «Sana» verso le 20.
A quell’ora, per la prima volta da domenica sera, gli uffici erano deserti.
Il comandante Borsani se n’era andato verso le 19,30. La donna ha detto di essersi accorta che la porta era stata forzata.
Ha detto anche di aver constatato il disordine lasciato nelle stanze dagli ignoti «visitatori» degli uffici.

Maria Masetto ha telefonato al comandante Borsani che è tornato nuovamente in Corso del Popolo, per un primo inventario.

E’ risultato – lo ha dichiarato il comandante nella denuncia presentata ai Carabinieri – che i malviventi si sono appropriati soltanto di 21 mila lire, custodite nel cassetto della scrivania del fattorino.

La somma costituiva il «fondo scorta» per le spese postali della compagnia.

La coincidenza del furto con il momento delicato per la società – dopo l’affondamento del «Fusina» - e le circostanze che hanno caratterizzato l’incursione dei ladri, sono tali da giustificare almeno qualche perplessità.

Gli uffici della «Sana» sono al terzo piano di un edificio che ospita anche la sede dell’associazione dei Consulenti del lavoro e gli uffici del Centro idrologico dell’Enel.

Questi uffici, non sono stati visitati dai malviventi.

Ieri sera verso le 19,30, un metronotte, avrebbe notato, nei pressi dello stabile, alcuni giovinastri.

Si trattava dei ladri che attendevano la chiusura degli uffici della «Sana»?

Perché i malviventi, entrati in uno stabile deserto, si sono limitati a «prelevare» 21 mila lire dalla scrivania di un fattorino, trascurando di asportare una piccola cassetta di sicurezza contenente altro denaro, custodita in un armadio?

Può essere stata una «banale» impresa ladresca, condotta da gente inesperta, che sperava che negli uffici della «Sana» fossero custoditi molti soldi.

L’impresa potrebbe però, risultare gravissima se un inventario più accurato di quello compiuto subito dal comandante Borsani conducesse alla scoperta che i ladri, oltre che alle 21 mila lire, hanno asportato anche documenti attinenti alla nave inabissatasi nel mar di Sardegna.

Continua...

Fine sesta parte - Articolo 15

 

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