A cura di Salvatore Borghero Rodin

     

 

 
 

A cura di Salvatore Borghero Rodin - Racconto a puntate sui principali eventi che hanno dato vita alla grande storia di Carloforte e dell'Isola di San Pietro

Indice generale della rubrica "La grande Storia di Carloforte"

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16.01.2010 - Fusina - Nel 40° anniversario della tragedia che toccò il cuore dei Carlofortini
   

La tragedia del Fusina

Terza parte

Rassegna stampa regionale sarda

Articolo 26

LA NUOVA SARDEGNA
martedì 16 gennaio 2007
- Edizione Sulcis Iglesiente -

La storia raccontata su Internet
La tragedia del «Fusina»
Trentasei anni fa il naufragio della nave da carico.

Carloforte, 16 gennaio 2007

CARLOFORTE. Alla vigilia di una giornata popolare molto attesa e tradizionalmente celebrata dai carlofortini, come il 17 gennaio (inizio del carnevale), non è mai stato dimenticato dagli isolani il tragico fatto storico accaduto alle ore precedenti la festa.

La notte del 16 gennaio 1970, al largo della costa settentrionale di San Pietro, in corrispondenza di Punta delle Oche, tradito dall’imponente dirompenza di una burrasca, colò a picco il mercantile Fusina, carico di minerale appena imbarcato a Portovesme.

Queste tristi vicende, sono state pazientemente e minuziosamente ricostruite dal ricercatore Salvatore “Rodin” Borghero, che ha pubblicato l’esito della sua indagine sul sito web www.isoladisanpietro.org.
“La tragedia del Fusina”, è la protagonista della sesta puntata della rubrica “La grande storia di Carloforte”, la cui ricostruzione, ancora non terminata, è attualmente giunta alla quinta parte.

Nonostante siano trascorsi oltre 35 anni dal naufragio, per completare il quadro della vicenda, mancherebbero ancora alcuni tasselli, anche perché non tutto venne alla luce, a causa della vicenda legale aperta dopo il disastro, che “blindò” diverse carte celate dal segreto giudiziale per l’istruttoria da compiersi e l’individuazione di eventuali responsabilità.

Nelle prime due parti, Borghero traccia una premessa ed una presentazione della tragedia, che vide il Fusina affondare a circa due miglia e mezzo da Punta delle Oche, nella notte tra il 16 e il 17 gennaio, trascinandosi dietro 4 mila tonnellate di blenda e diciotto dei diciannove membri dell’equipaggio.

Come noto, l’unico a scampare alla morte, quasi per miracolo, fu il cameriere veneto Ugo Freguja, ritrovato molte ore dopo stremato ed infreddolito, mentre degli altri uomini, tredici vennero identificati e recuperati, dei restanti cinque non si rinvennero tracce.

Sul web, compare la lista completa dell’equipaggio e una scheda tecnica della nave, un mercantile da 2700 tonnellate, varato nel 1957 dall’armatore S.a.n.a. di Trieste ed adibito al trasporto del minerale, dalla Sardegna al Veneto.

La causa ufficiale dell’affondamento fu lo spostamento del carico, indotto da un pessimo stivaggio che, a seguito dei movimenti bruschi provocati dai marosi mentre si abbattevano sulle fiancate, lo rese viscido e malfermo, al punto di compromettere irrimediabilmente la stabilità della nave, che affondò in pochi minuti, su un fondale di circa 98 metri.

Parte centrale della ricerca, è una ricca e documentata rassegna stampa, comprendente ben 25 articoli di quotidiani prevalentemente regionali, dal 1970 fino ai giorni nostri, trascritti da Borghero per una più agevole lettura.

Molto interessanti anche il racconto di Luciano Molin, tratto dal volume decimo di “Storie e racconti di mare”, a cura del Circolo Ufficiali della Marina Mercantile del Comune siculo di Riposto, e del numero speciale di “Io, tu, noi”, periodico della comunità giovanile carolina del gennaio 1970, a cura di Walter Lalli, che intervistò a caldo il superstite Freguja, descrivendone la drammatica testimonianza.

Sulle pagine web, sono ben evidenziate anche i retroscena dell’affondamento, dal ritrovamento dei corpi ai funerali, dalle iniziative che seguirono alla grande sensibilità pubblica, in particolare degli studenti del Nautico.

Simone Repetto

Continua...

Fine terza parte - Articolo 26

 

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