Cagliari, agosto 1975
Ad oltre cinque
anni dal naufragio del mercantile "Fusina", inabissatosi al largo di
Carloforte nel quale trovarono la morte 18 dei 19 membri
dell’equipaggio, si è conclusa l’inchiesta giudiziaria avviata dalla
magistratura cagliaritana per accertare le responsabilità
dell’affondamento.
Il giudice
istruttore del tribunale di Cagliari dott. Angelo Porcu nel
concludere l’accertamento giudiziario ha rinviato al giudizio del
tribunale penale sette persone ritenendole responsabili di naufragio
colposo ed omicidio colposo plurimo.
Le persone chiamate
a rispondere di questi reati sono il capitano Enrico Borsani di 45
anni di Milano, direttore della società armatrice del "Fusina",
Franco Pistis comandante dell’ufficio circondariale marittimo di
Portovesme, Erasmo Da Sarcina incaricato del registro navale, ed i
funzionari della società "Monteponi – Montevecchio" Mario Spinas,
Renato Guerriero, Giuseppe Parini e Mario Honnorat.
Oltre alle prime
imputazioni il capitano Borsani deve anche rispondere di simulazione
di reato per aver denunciato, alcuni giorni dopo il naufragio del
mercantile, un furto nei locali della società, nel corso del quale
scomparvero – secondo gli inquirenti – alcuni documenti che si
riferivano soltanto alla nave affondata; mentre il comandante Pistis
è stato anche accusato di falso in scrittura privata per avere
alterato un documento concernente l’umidità del minerale contenuto
nelle stive del mercantile al momento della partenza.
La motonave
"Fusina" di 2.706 tonnellate di stazza lorda era affondata il
gennaio del 1970 dopo aver lasciato con 19 uomini a bordo gli
ormeggi dello scalo marittimo di Portovesme dove aveva caricato
3.955 tonnellate di blenda sfusa.
L’unico superstite
del naufragio, il cameriere Ugo Freguja di 30 anni, nativo di
Venezia, aveva affermato che la nave si era inabissata rapidamente
dopo un improvviso sbandamento del carico.
Durante l’inchiesta
aperta per far luce sulle cause del tragico episodio, i familiari
delle vittime si sono costituiti parte civile contro i responsabili
della tragedia.
L’indagine
giudiziaria, attraverso una serie di perizie, ha consentito di
stabilire che il carico era irregolare e che il materiale immesso
nelle stive aveva una umidità superiore ai limiti stabiliti dalle
norme di navigazione.
Il naufragio ed il
successivo affondamento della nave si verificarono a causa di un
repentino spostamento del carico dovuto ad un’ondata più violenta
delle altre. |