A cura di Salvatore Borghero Rodin

     

 

 
 

A cura di Salvatore Borghero Rodin - Racconto a puntate sui principali eventi che hanno dato vita alla grande storia di Carloforte e dell'Isola di San Pietro

Indice generale della rubrica "La grande Storia di Carloforte"

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16.01.2010 - Fusina - Nel 40° anniversario della tragedia che toccò il cuore dei Carlofortini
   

La tragedia del Fusina

Terza parte

Rassegna stampa regionale sarda

Articolo 22

IL MESSAGGERO SARDO
agosto 1975
- pagina 23 -

Conclusa l'inchiesta sul naufragio del «Fusina»

Cagliari, agosto 1975

Ad oltre cinque anni dal naufragio del mercantile "Fusina", inabissatosi al largo di Carloforte nel quale trovarono la morte 18 dei 19 membri dell’equipaggio, si è conclusa l’inchiesta giudiziaria avviata dalla magistratura cagliaritana per accertare le responsabilità dell’affondamento.

Il giudice istruttore del tribunale di Cagliari dott. Angelo Porcu nel concludere l’accertamento giudiziario ha rinviato al giudizio del tribunale penale sette persone ritenendole responsabili di naufragio colposo ed omicidio colposo plurimo.

Le persone chiamate a rispondere di questi reati sono il capitano Enrico Borsani di 45 anni di Milano, direttore della società armatrice del "Fusina", Franco Pistis comandante dell’ufficio circondariale marittimo di Portovesme, Erasmo Da Sarcina incaricato del registro navale, ed i funzionari della società "Monteponi – Montevecchio" Mario Spinas, Renato Guerriero, Giuseppe Parini e Mario Honnorat.

Oltre alle prime imputazioni il capitano Borsani deve anche rispondere di simulazione di reato per aver denunciato, alcuni giorni dopo il naufragio del mercantile, un furto nei locali della società, nel corso del quale scomparvero – secondo gli inquirenti – alcuni documenti che si riferivano soltanto alla nave affondata; mentre il comandante Pistis è stato anche accusato di falso in scrittura privata per avere alterato un documento concernente l’umidità del minerale contenuto nelle stive del mercantile al momento della partenza.

La motonave "Fusina" di 2.706 tonnellate di stazza lorda era affondata il gennaio del 1970 dopo aver lasciato con 19 uomini a bordo gli ormeggi dello scalo marittimo di Portovesme dove aveva caricato 3.955 tonnellate di blenda sfusa.

L’unico superstite del naufragio, il cameriere Ugo Freguja di 30 anni, nativo di Venezia, aveva affermato che la nave si era inabissata rapidamente dopo un improvviso sbandamento del carico.

Durante l’inchiesta aperta per far luce sulle cause del tragico episodio, i familiari delle vittime si sono costituiti parte civile contro i responsabili della tragedia.

L’indagine giudiziaria, attraverso una serie di perizie, ha consentito di stabilire che il carico era irregolare e che il materiale immesso nelle stive aveva una umidità superiore ai limiti stabiliti dalle norme di navigazione.

Il naufragio ed il successivo affondamento della nave si verificarono a causa di un repentino spostamento del carico dovuto ad un’ondata più violenta delle altre.

Continua...

Fine terza parte - Articolo 22

 

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