A cura di Salvatore Borghero Rodin

     

 

 
 

A cura di Salvatore Borghero Rodin - Racconto a puntate sui principali eventi che hanno dato vita alla grande storia di Carloforte e dell'Isola di San Pietro

Indice generale della rubrica "La grande Storia di Carloforte"

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La tragedia del Fusina

Terza parte

Rassegna stampa regionale sarda

Articolo 05

LA NUOVA SARDEGNA
giovedì 22 gennaio 1970
- pagina 7 -

Particolari agghiaccianti sulla sciagura del «Fusina»
Di nuovo sospinto in mare un marinai che si era salvato
Il corpo è stato recuperato tra gli scogli, mentre un suo indumento stava sul bagnasciuga.
Un cadavere, prigioniero in una insenatura verrà ripescato oggi.
Se ne cercano altri otto.

Cagliari, 21 gennaio 1970

Man mano che i corpi dei diciotto marittimi così tragicamente periti nel naufragio della motonave «Fusina» vengono recuperati, si apprendono particolari sempre più agghiaccianti sull’affondamento e sul dramma dell’equipaggio.

Questo pomeriggio è stata ripescata la salma, la nona nell’ordine, del marinaio Domenico Bonaldo di 36 anni, che è stata riconosciuta dal superstite Ugo Freguja. Il corpo è stato rinvenuto tra gli scogli in località «Calavinagra», nello stesso punto dove ha toccato terra, miracolosamente salvo, il cameriere di bordo.

Le autorità marittime ritengono che il Bonaldo sia riuscito in un primo tempo a toccare terra e che poi, stremato, sia stato risospinto in mare dalle onde. Questa ipotesi è avvalorata dal fatto che sul bagnasciuga è stata trovata una canottiera che apparteneva al marinaio. Il corpo del marittimo è stato avvistato e recuperato da un’imbarcazione di pescatori nella seconda grotta di «Punta delle Oche» a levante di «Calavinagra».

I pescatori hanno provveduto a trasportarlo a Carloforte dove Ugo Freguja lo ha poi identificato.

Poco dopo le 18 altri pescatori hanno comunicato di aver avvistato fra le scogliere dell’insenatura «Caletta» dell’isola di San Pietro un altro cadavere, il decimo. Il corpo – secondo la comunicazione – è prigioniero degli scogli. Sul posto si è subito portata la motovedetta della guardia di finanza, il cui equipaggio ha però dovuto necessariamente desistere dal tentativo di recupero a causa dell’oscurità e dalle brutte condizioni del mare. Le ricerche sono state a quell’ora sospese e tutti i mezzi sono ritornati alle rispettive basi di partenza. Le condizioni meteorologiche sono sensibilmente peggiorate e quasi sicuramente ostacoleranno domani le ricerche, che riprenderanno all’alba.

E’ stata intanto identificata un’altra delle salme recuperate ieri.

E’ quella del marinaio Giuseppe Ballarin di 32 anni. Rimangono ora da identificare una salma a Carloforte ed una a Cagliari, sistemata nei locali di medicina legale dell’università.

Quasi tutti i corpi recuperati, come lo stesso superstite, presentano ferite da taglio in varie parti del corpo provocate dagli urti contro gli scogli affioranti, numerosissimi nella zona.

Scene commoventi si sono verificate all’identificazione da parte dei familiari. L’identificazione è stata fatta alla presenza del pretore di Sant’Antioco dottor Antonio Polo.

La popolazione di Carloforte si è recata in mesto pellegrinaggio al cimitero dove sulle bare sono stati deposti cuscini e fasci di fiori.

L’inchiesta sulle circostanze, le modalità e le cause del naufragio ha preso l’avvio con particolare vigore e severità da parte delle autorità marittime.

Il comandante della capitaneria del porto di Cagliari, colonnello Osvaldo Possenti, parlando con i giornalisti ha precisato che all’indagine «sommaria» effettuata dall’ufficio circondariale marittimo di Carloforte, seguirà l’inchiesta «formale» che verrà predisposta dalla direzione marittima di Cagliari una volta in possesso degli elementi acquisiti nell’indagine preliminare.

L’ufficiale ha inoltre comunicato, inserendosi sulla polemica in corso sulla potenzialità delle radio costiere per la ricezione dei segni di soccorso, che da tempo la capitaneria di porto di Cagliari ha chiesto al Ministero l’istituzione di un centro radio costiero a Capo Sandalo nell’isola di San Pietro, per coprire una vasta zona di mare al largo delle coste occidentali della Sardegna.

I punti centrali dell’indagine sono il racconto del superstite Ugo Freguja, che è stato a lungo interrogato, alcuni relitti del «Fusina», recuperati dalle navi impegnate nelle ricerche e altri elementi raccolti a Carloforte, Portovesme e Sant’Antioco.

Questa mattina a Cagliari il colonnello Possenti ha tenuto una riunione nel corso della quale è stato fatto il punto sulle indagini e sulle ricerche in corso per il recupero degli atri corpi. Si sta anche tentando di localizzare il punto esatto dove è affondato il «Fusina», ciò è ovviamente molto importante per gli accertamenti connessi con l’inchiesta formale, che verrà effettuata nelle prossime settimane.

Ugo Freguja ha ritrovato il luogo, dove aveva toccato terra nelle prime ore di sabato, dopo aver nuotato per circa otto ore.

Il racconto fatto dal Freguja alla commissione che conduce l’indagine appare per il momento assai lacunoso. Negli ambienti competenti si ritiene che la prima versione, data dal cameriere del mercantile affondato, debba essere ridimensionata e verificata, soprattutto per quanto riguarda il lancio dei segnali di soccorso e gli altri particolari relativi all’affondamento.

Questi particolari – si fa osservare – il superteste li ha forniti sotto lo «choc» subito dopo la drammatica avventura. A parere delle stesse autorità il «Fusina» è affondato in un tempo più breve rispetto al tempo di circa un’ora, indicato da Ugo Freguja, ed anche il lancio dei segnali radio rimangono un grosso mistero. E’ noto, infatti, che l’S.O.S. non è stato captato da nessuna delle radio costiere del Mediterraneo, nemmeno dalle più potenti, come quella di Marsiglia. Inoltre – questo è il punto sconcertante della vicenda - una grossa nave salpata da Sant’Antioco poco dopo il «Fusina», al momento dell’affondamento del mercantile si trovava a sedici miglia di distanza e non ha avvertito nessun segnale.

Altro punto fondamentale è costituito dalle condizioni della nave, in particolare se il carico era stato sistemato con tutte le cautele necessarie per evitare uno sbandamento.

Domani a Carloforte si svolgeranno i solenni funerali delle vittime del «Fusina» i cui corpi sono stati, finora, recuperati.

Le salme, dopo la messa funebre, verranno avviate ai paesi d’origine per essere tumulate.

Continua...

Fine terza parte - Articolo 05

 

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