A cura di Salvatore Borghero Rodin

     

 

 
 

A cura di Salvatore Borghero Rodin - Racconto a puntate sui principali eventi che hanno dato vita alla grande storia di Carloforte e dell'Isola di San Pietro

Indice generale della rubrica "La grande Storia di Carloforte"

Ritorna all'indice della rassegna stampa sulla tragedia del Fisina

 

Vai alla puntata precedente della rubrica "Storia"

Vai alla puntata successiva della rubrica "Storia"

Vedi anche

16.01.2010 - Fusina - Nel 40° anniversario della tragedia che toccò il cuore dei Carlofortini
   

La tragedia del Fusina

Terza parte

Rassegna stampa regionale sarda

Articolo 04

L'UNIONE SARDA
mercoledì 21 gennaio 1970

Nelle acque in cui è affondato il «Fusina»
Restituite dal mare altre quattro salme
Rimangono da recuperare i corpi di altre dieci vittime del naufragio.
Iniziata l’inchiesta alla presenza di Mannironi.
Polemica sulle installazioni radio, di cui si chiede il potenziamento.

Carloforte, 20 gennaio 1970

I corpi di altri quattro naufraghi del mercantile «Fusina», affondato venerdì notte al largo delle coste sud-occidentali della Sardegna, sono stati recuperati.

Per strappare al mare le salme delle altre dieci vittime del naufragio, le ricerche riprenderanno domattina, alle prime luci dell’alba, e vi prenderanno parte le sette navi che oggi hanno scandagliato, fino al calar della sera, le acque tra Capo Rosso, Punta Cannoni e l’isola di San Pietro. Le fregate «Altair» e «Andromeda», il rimorchiatore «Atleta», la motovedetta «CP 306», la corvetta della Guardia di Finanza «G.L. 31», il panfilo «Capitan Lipari» dell’istituto nautico di Carloforte, la corvetta «Scimitarra», dirottata dal comando di Marisardegna nelle acque dove è avvenuto il naufragio, appoggiata da barche e motopescherecci, hanno infatti perlustrato senza sosta il mare alla ricerca dei naufraghi dispersi.

Due elicotteri ed un aereo hanno partecipato alle ricerche tenendosi in continuo contatto radio con le navi. Poco dopo mezzogiorno, la motovedetta della Guardia di Finanza ha recuperato, a tre miglia da Capo Sperone, a sud dell’isola di San Pietro, il corpo di un marittimo del «Fusina»; un altro cadavere è stato ripescato, qualche ora dopo, dalla fregata «Altair» nei pressi della «Caletta» di Carloforte.

Le altre due salme sono state ritrovate, una in località «Calavinagra» da una barca da pesca, l’altra a «Punta Cannoni» dal panfilo «Capitan Lipari».

Un salvagente appartenente al «Fusina» è stato ripescato dalla motovedetta della Guardia di Finanza nelle acque attorno all’isola delle «Vacche», mentre una lancia avvistata verso le quattordici da un aereo all’imboccatura del Golfo di Palmas, è stata ripescata dall’«Altair>.

Il relitto non reca nessuna scritta per cui non è stato possibile stabilire se appartenesse al «Fusina».

Tre delle quattro salme recuperate sono state portate a Carloforte e composte nella camera ardente, che è stata meta di un ininterrotto pellegrinaggio da parte di pescatori e marinai che hanno voluto rendere omaggio alle vittime.

L’altra salma è stata invece trasportata a Cagliari, dove la nave «Altair» ha gettato l’ancora poco dopo le 21; è stata composta nell’obitorio dell’Istituto di medicina legale.

Intanto a Carloforte, sono giunti stamani Aldo e Vittorino Renier, fratelli del direttore di macchina Giorgio Renier, la cui salma è già stata identificata ieri; il fratello ed il figlio del comandante del «Fusina» Catena; la moglie ed il fratello del primo macchinista, Marco Doria, ed un rappresentante della società «Sana», proprietaria del mercantile affondato, il signor Giorgio De Simone.

I familiari delle altre vittime del naufragio, che ha suscitato accese polemiche sull’efficienza dei dispositivi di soccorso, dovrebbero giungere entro domani per consentire il riconoscimento delle salme non ancora identificate.

Solo cinque corpi, infatti, sono stati ufficialmente riconosciuti alla presenza del pretore di Sant’Antioco, dottor Polo: sono quelle del nostromo Duilio Padoan, del marinaio Francesco Ravalico, dell’ingrassatore Nicola Farinola e del radiotelegrafista Giovanni Nordio, che è stata recuperata oggi dalla motovedetta della Guardia di Finanza; oltre, s’intende, a quella di Giorgio Renier.

Sempre stamani, l’unico superstite della tragedia, il cameriere Ugo Freguja, ha compiuto un sopralluogo nel punto in cui ha toccato terra assieme al comandante del porto di Sant’Antioco ed al contadino Antioco Grosso, l’uomo che lo ha per primo soccorso.

L‘ispezione è stata effettuata per stabilire se il giovane ha effettivamente toccato la spiaggia a «Punta Terra», quasi di fronte al punto in cui si è inabissato il «Fusina».

Il Freguja è stato poi a lungo interrogato nell’ufficio marittimo di Carloforte da un ispettore del Ministero della Marina mercantile alla presenza del pretore di Sant’Antioco.

A questa fase dell’indagine prende parte anche il sottosegretario alla Marina mercantile, Salvatore Mannironi, giunto nel primo pomeriggio a Carloforte assieme al comandante della Capitaneria di Cagliari, colonnello Osvaldo Possenti.

Appena sbarcato dal traghetto che collega l’isola di San Pietro con Calasetta, l’esponente del Governo è stato avvicinato da un gruppo di studenti che gli hanno consegnato una lettera aperta in cui esprimono le loro richieste in merito all’istituzione di un più efficiente servizio di vigilanza.

Mannironi ha poi assistito ad un solenne rito funebre celebrato nella parrocchia di San Carlo gremita di fedeli.

Per consentire alla popolazione di stringersi attorno ai familiari delle vittime nella mesta cerimonia, il Sindaco aveva proclamato una giornata di lutto, disponendo che tutti i negozi di Carloforte restassero chiusi nel pomeriggio.

Per quanto riguarda l’inchiesta in corso, pare che gli accertamenti tendano a stabilire se il mercantile, aveva il carico di piombo assicurato con paratie per evitare lo spostamento; un altro punto da chiarire è quello che si riferisce alla mancata ricezione del segnale di soccorso da parte delle radio costiere e delle navi in transito nel Mediterraneo.

I primi accertamenti effettuati presso i punti di ascolto di Civitavecchia, Malta, Palermo, Tunisi, Marsiglia, Algeri, hanno dato esito negativo: nessuno venerdì sera, ha udito gli S.O.S. del «Fusina».

Una «pronta e severa inchiesta» sul naufragio del mercantile, è stata sollecitata al Ministro della Marina mercantile, dai sindacati nazionali dei marittimi della Cgil e della Cisl.

Un’accesa polemica, in seguito alla tragedia del «Fusina», è intanto esplosa a proposito dell’inefficienza delle stazioni radio di ascolto.

Come è ormai noto, l’S.O.S. lanciato dal mercantile in procinto di inabissarsi non è stato raccolto dal Centro Radio di Campu Mannu, l’unica stazione che si trova lungo le coste sud-occidentali della Sardegna.

Molti marittimi osservano che se un’altra nave si dovesse trovare in difficoltà nella stessa zona di mare, un’altra tragedia sarebbe inevitabile.

Francesco Era

Continua...

Fine terza parte - Articolo 04

 

[Torna ad inizio pagina]

Per inviare una e-mail alla redazione di "Storia" clicca qui sotto

 
     

Dal 06.09.2001

 
       

 

 

 

   

Inviare al Webmaster una e-mail con domande o commenti su questo sito web