A cura di Salvatore Borghero Rodin

     

 

 
 

A cura di Salvatore Borghero Rodin - Racconto a puntate sui principali eventi che hanno dato vita alla grande storia di Carloforte e dell'Isola di San Pietro

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16.01.2010 - Fusina - Nel 40° anniversario della tragedia che toccò il cuore dei Carlofortini
   

La tragedia del Fusina

Terza parte

Rassegna stampa regionale sarda

Articolo 03

LA NUOVA SARDEGNA
mercoledì 21 gennaio 1970
- pagina 7 -

Salgono a 8 le salme dei membri dell'equipaggio finora recuperate.
E’ inspiegabile come la stazione di Campumannu non abbia captato il drammatico S.O.S. del «Fusina»
Il segnale di soccorso non è stato ricevuto nemmeno dalle altre radio costiere del mediterraneo.
«I coni d’ombra» sarebbero stati superati se l’appello fosse stato lanciato per radiotelegrafo.
Il corpo di uno dei naufraghi sbarcato ieri notte a Cagliari dalla fregata «Altair»
Sono cinque i cadaveri già identificati.
Ugo Freguja è tornato nel tratto di spiaggia che all’alba di sabato era riuscito a raggiungere a nuoto.

Cagliari, 20 gennaio 1970

Il mare ha restituito altri tre corpi dei diciotto membri dell’equipaggio della motonave «Fusina» periti nell’affondamento del mercantile venerdì notte al largo della costa nord occidentale dell’isola di San Pietro. Una è quella dell’ufficiale radiotelegrafista Giovanni Nordio di 27 anni, che è stata riconosciuta dall’unico superstite, il cameriere ventottenne Ugo Freguja. Le altre due non sono state ancora identificate. Le salme del Nordio e di uno degli sconosciuti sono state sbarcate a Carloforte e si trovano nell’obitorio del cimitero, mentre la terza è stata trasportata a Cagliari dalla fregata «Altair». La nave da guerra ha attraccato al molo di levante alle 22,15. La salma del marittimo, composta in una bara, è stata trasportata all’istituto di medicina legale dell’università. Anche l’altra fregata la «Andromeda» è rientrata a Cagliari e domani ripartirà per la zona del disastro unitamente alla «Altair», dopo aver fatto rifornimento di carburante e di viveri. La partenza è prevista per le sette.

Le ricerche dei naufraghi del mercantile affondato erano riprese stamane all’alba in una vasta zona di mare e lungo le coste dove numerose sono le insenature. Vi hanno partecipato le due fregate della marina militare, la corvetta «Scimitarra», il rimorchiatore «Atleta» e la motovedetta della capitaneria di porto di Cagliari «CP 306» del tipo «Barnett». La zona è stata inoltre perlustrata dall’alto da un aereo del centro di soccorso di Elmas. Le ricerche sono state favorite dalla giornata serena, dal mare calmo e dalla visibilità ottima. Nonostante, a quattro giorni dal naufragio, si nutrono ben poche speranze di trovare in vita qualcuno dei naufraghi, da terra sono state intensificate le ricerche nelle varie insenature e fra le rocce, nell’eventualità, appunto, che qualcuno dei componenti l’equipaggio si trovi privo di sensi tra gli scogli o sulla spiaggia. Le operazioni erano dirette da Marisardegna, dalla Capitaneria di porto, in una vasta zona a circa cinque miglia a nord ovest dell’isola di San Pietro. Sottocosta hanno invece operato il rimorchiatore e la motovedetta. Alla perlustrazione del litorale hanno pure partecipato carabinieri e guardie di finanza, oltre a numerosi volontari. Ieri sera le ricerche da terra avevano portato al rinvenimento di una cassa foderata di velluto verde, facente parte della dotazione di bordo della «Fusina».

Alle 10,30 un cadavere, il quinto nell’ordine, è stato recuperato dalla motovedetta «GL 31» della Guardia di Finanza che si era unita agli altri natanti. Poco più tardi l’aereo «Gruman» del centro di soccorso di Elmas ha avvistato alla imboccatura del golfo di Palmas, tra Sant’Antioco e Capo Teulada, una lancia a livello dell’acqua e più in là un salvagente con su scritto «m n Fusina». La lancia è verniciata di bianco all’esterno ed è grigia all’interno. Non porta nessuna scritta per cui non si è certi che appartenesse al mercantile affondato. Altri due cadaveri sono stati recuperati nel primo pomeriggio ed anche essi sono stati sistemati nell’obitorio del cimitero di Carloforte.

Il primo è stato avvistato dal panfilo dell’istituto nautico di Cagliari «Capitano Lipari» in una insenatura di punta Cannone ed è stato successivamente recuperato e trasportato a Carloforte da una imbarcazione di proprietà dell’albergo che ha lo stesso nome della zona.

Il secondo è stato alle 16,50 dalla fregata «Altair» a due miglia e mezzo a nord est dell’isola del Toro. Non è stato ancora identificato: è il corpo di un uomo sui 55 anni che indossa una maglietta rossa e pantaloni di tela bleu e che porta al dito l’anello nuziale.

Mentre si stava per sospendere le ricerche a causa dell’oscurità, è stato avvistato e recuperato un altro cadavere, l’ottavo. E’ stato avvistato sottocosta da una barca di pescatori nella zona di Calavinagra, la stessa dove aveva toccato terra l’unico superstite del naufragio.

Le due fregate della marina militare, come si è detto, hanno fatto rientro a Cagliari (la «Altair» con a bordo la salma) e ripartiranno per la zona domattina alle sette.

Oggi è intanto giunto a Carloforte il sottosegretario alla Marina Mercantile sen. Salvatore Mannironi, incaricato dal ministro Vittorino Colombo di seguire personalmente tutta la vicenda del «Fusina». Il sen. Mannironi era accompagnato dal comandante la capitaneria del porto di Cagliari, col. Osvaldo Possenti, e dall’ispettore generale del Ministero della marina mercantile dott. Azario, inviato in Sardegna per raccogliere tutti i possibili elementi atti a condurre una rigorosa inchiesta sul naufragio.

L’inchiesta sulle circostanze, le modalità e le cause del naufragio, come si sa, è in corso da parte dell’ufficio circondariale marittimo di Carloforte.

Parallelamente viene condotta la seconda inchiesta, quella giudiziaria, diretta dal pretore di Sant’Antioco dott. Antonio Polo. Quella condotta dalle autorità marittime è una indagine sommaria e tende a raccogliere elementi di fatto in ordine all’affondamento della nave ed eventuali dichiarazioni che possano essere utili ai fini dell’indagine.

I risultati verranno poi trasmessi alla direzione generale marittima che li valuterà e deciderà l’eventuale inchiesta formale da far condurre ad una apposita commissione. I risultati di quest’ultima verranno infine trasmessi alla magistratura.

Nella conduzione dell’inchiesta sommaria il responsabile dell’ufficio circondariale marittimo di Carloforte è da oggi affiancato, per decisione del Ministero della marina mercantile, dall’ispettore generale dott. Antonio Azario e dal comandante la capitaneria del porto di Cagliari.

Partecipa all’indagine anche il comandante della capitaneria di porto di Sant’Antioco.

Il primo atto dell’istruttoria sommaria è stato compiuto questa mattina, quando l’unico superstite del naufragio, Ugo Freguja, accompagnato dal cap. Santarella si è recato, insieme al contadino Antioco Grosso, che per primo aveva soccorso il naufrago, nella zona dove sabato mattina aveva toccato terra. Subito dopo l’individuazione del luogo, Ugo Freguja è stato ascoltato a verbale circa il dramma vissuto dal «Fusina» ed ha risposto alle domande che gli sono state poste su alcuni particolari tecnici.

L’inchiesta sommaria tende anche a stabilire e chiarire un punto fondamentale di questa tragedia: la mancata ricezione del segnale di soccorso da parte delle numerose radio costiere e delle navi in rotta nel Mediterraneo. Accertamenti fatti presso i centri radio di Cagliari, Palermo, Civitavecchia, Malta, Tunisi, Marsiglia ed Algeri hanno dato esito negativo: nessuno venerdì sera ha udito l’«SOS» che, secondo Ugo Freguja, è stato lanciato per due volte. E’ questo, a giudizio del direttore della stazione radio di Campumannu, un fatto del tutto singolare.

Di solito – ha precisato – gli «SOS» vengono lanciati per radiotelegrafia, ed hanno la possibilità di essere intercettati, rispetto a quelli lanciati per radiotelefonia, con un rapporto di cinque a uno. Pertanto, occorre dare una spiegazione al fatto che gli «SOS» non sono stati captati. Se poi – ha detto ancora- i segnali sono stati lanciati per radiotelefonia, è probabile che la stazione di Campumannu non li abbia intercettati a causa dei coni d’ombra che fanno da schermo alla stazione stessa e che sono dislocati nella zona sud occidentale della Sardegna e precisamente nel Sulcis per via delle numerose miniere. E’ improbabile però – sempre a giudizio del direttore della stazione radio di Campumannu – che tali segnali non siano stati ricevuti dalle altre stazioni e dalle navi. Tuttavia – ha concluso - voglio ricordare che la scorsa settimana la stazione di Campumannu ha intercettato benissimo, il segnale di soccorso della «Esso Cardiff», la petroliera a bordo della quale si era sviluppato un incendio, che in quel momento navigava nella stessa zona in cui è affondato il «Fusina».

Questa sera a Carloforte, dove il sindaco ha proclamato il lutto cittadino, si è svolto un rito funebre in suffragio delle vittime del naufragio.

Vi hanno preso parte anche alcuni parenti delle vittime, che erano giunti questa mattina.

C’erano fra gli altri Sergio Catena, fratello del comandante del mercantile, Marco Doria , fratello del primo ufficiale, ed il fratello del direttore di macchina Sergio Renier.

Continua...

Fine terza parte - Articolo 03

 

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