A cura di Salvatore Borghero Rodin

     

 

 
 

A cura di Salvatore Borghero Rodin - Racconto a puntate sui principali eventi che hanno dato vita alla grande storia di Carloforte e dell'Isola di San Pietro

Indice generale della rubrica "La grande Storia di Carloforte"

 

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La Statua dedicata al Re Carlo Emanuele III

Sesta parte

 

La Comunità di Carloforte in quel periodo di tempo trovavasi assillata da altri gravosi impegni e non era quindi in condizione di sopportare la spesa, non indifferente, necessaria per la costruzione del piedistallo.

Conseguentemente, con lettera del 21 marzo 1785, si rivolgeva al viceré instando che i lavori occorrenti per quell’opera fossero procrastinati ad epoca più propizia.

Il viceré Solari in data 8 Aprile aderiva alla preghiera inoltratagli, "fissando sino al prossimo luglio perché in quel tempo riuscirà meno gravosa la conduzione e provvista dei materiali, e più facile sarà il concorso degli operai e manovali al lavoro per la costruzione del piedistallo per l’erezione della Regia Statua".

L’ingegnere militare, al quale era affidata la direzione dei lavori in parola, incontratosi a Cagliari col Conte Porcile, gli dava particolari suggerimenti circa il modo di eseguire l’opera stessa, indicandogli anche il nome del capomastro cagliaritano capace e che, meglio di qualsiasi altro, avrebbe portato a compimento la costruzione del piedistallo.

Il Porcile in conseguenza di questo colloquio, si affrettava a renderne informata la Comunità colla seguente del 29 Luglio stesso anno:

"Jeri ebbi occasione d’incontrare in questo molo il sig. Capitano In geniere e mi trattò del piede di stallo della statua che per eseguirla il maestro Agostino (Danovaro) avrebbe mancato in qualche cosa essenziale, per non averne esso mai fatto similij, tanto più che non era stato da lui informato di certe minuzie necessarie,lo che avea fatto con questo maestro chi avea qui prescelto per uno scuto al giorno e obbligato anche a provvedere per i lavori, i ferramenti necessari che questo maestro Agostino non lo sapeva per non averlo informato a bocca perché in molti luoghi si necessitano dei pezzi interni collegati con gaffe e piombo e nel mezzo di detto piede di stallo un’asta in ferro che arrivi sino alla sommità dove poserà la Statua.
Attento che questa asta deve aiutare a reggere detta statua con tante altre ragioni che non mi ricordo, lo che mi ha fatto conoscere sarebbe necessario questo Maestro, che almeno loro Signori sarebbero quieti d’aver eseguito un’opera stabile, perlocchè sarà in senso che si addossino la detta spesa a far venire costà questo Maestro, perché il proverbio dice: chi più spende, meno spende, e perché si tratta di un monumento eterno e non eseguendo i dettami del detto Signor Ingeniere può darsi che il disegno sia mal eseguito, che il Governo pensi che hanno fatto un tapullo per così dire per non spendere.
Lo che mi ha fatto risolverle a scriverle la presente per esimersi lor Signori da tal incarico e non essere risposale col Pubblico, che per risparmiare tale spesa di questo Maestro abbia fatto costrurre un Mausoleo mal fatto. Questo è il mio parere; ora lor Signori risolvino come meglio stimino."

 

Anche il nuovo Vice Re Conte Solaro, al pari del suo predecessore, aveva dimostrato tutto il suo interessamento perché il monumento fosse al più presto portato a termine.
Perciò egli il 3 Marzo 1786 informava il Consiglio degli ordini impartiti perché da chi di dovere venisse inviato a Carloforte il piombo domandato.
Scriveva egli adunque:

"Ho sentito con piacere che si trovi già nel suo termine il piedistallo su cui deve erigersi la statua del Re Carlo di felice memoria e premendomi di secondare il desiderio di codesta Popolazione potrete divenire alla collocazione di essa Statua, al qual fine v’indirezzerete all’Intendente Generale, che è già prevenuto per farsi somministrare dai Regi Magazzini le libbre centocinquanta di piombo senza verun pagamento."

 

Pur in data 3 Marzo il Conte Porcile inviava una sua alla Comunità, facendo osservare che con questa, rispondeva alla lettera della stessa Comunità del 26 Febbraio scorso, dalla quale aveva appreso con piacere “era terminato il piedistallo e che in pari tempo essa avea chiesto il permesso di inalberare la Reale Statua”.

Promette inoltre, che in questa circostanza si strenne fatto un dovere di recarsi a Carloforte e chiede se qui “si ritrovino antenne, busselli e cavi”.

Successivamente il 17 Marzo, il Conte Porcile indirizzava alla Comunità altro scritto col quale comunicava "che da sei giorni Sua Eccellenza gli fece consegnare da questo Regio Magazzino il consaputo piombo, che lo riceveranno dal Patron Nicola Damico per terminare il piedistallo, e che anche lui sarà a Carloforte dopo le feste di Pasqua".

Sempre in tale lettera il Conte Porcile riferisce:

"Circa l’affare del povero Repetto Lorenzo la settimana ventura spero nel Signore Iddio sarà consolato, come anche per vantaggio di codesto Pubblico dei scuti cento che ha offerto per le spese che dovranno ancora farsi al detto Monumento, quale somma è pronta e riposa nelle mie mani".

Da ricerche effettuate risulta che il Repetto Lorenzo, essendo di passaggio a Cagliari, fu arrestato e tradotto in quelle carceri per aver commesso nel 1782, il reato di contrabbando di grano.

Sia la Comunità, sia il Conte Porcile s’interessarono del caso, coinvolgendo anche il Vice Re, e che la multa di cento scudi inflittagli, fu versata a beneficio delle spese per il Monumento.

 

 

La Statua
dedicata al Re Carlo Emanuele III

 

Continua...

Fine sesta parte

 

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