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PREMESSA

Per onorare la memoria e rinverdire il ricordo per il piccolo Salvatore, figlio dei miei cugini Franco e Lilly, ho voluto scrivere i seguenti sonetti, tredici, quanti i suoi teneri anni.

Lo so che qualsiasi parola è inutile perché non esiste una lingua che possa dire e rappresentare, seppur pallidamente, il dolore straziante che straripa dal cuore e dalla mente dei genitori.

Né basta la consolazione con la quale ci si illude che “muor giovane colui ch’al cielo è caro”, e non bastano tutte le argomentazioni di qualsiasi natura e, forse, anche quelle religiose.

Tuttavia bisogna andare avanti anche se il momento è tragico e questo vale massimamente per i genitori perché nella morte che fa parte della vita e di più dell’amore, col quale è legata indissolubilmente, non bisogna cercare una ragione, ma umanamente e cristianamente accettarla, perché essa morte è comunque un segno di Dio. A prescindere che in questi momenti critici si possa ancora credere, i genitori hanno il dovere e l’obbligo di aprirsi dal dolore perché il carissimo e amato figliolo vivrà sempre se vivranno loro: vivrà nei loro cuori e nei loro pensieri giorno dopo giorno e nel bene e nel sorriso che saranno capaci di dare agli altri, per Lui, e in sua vece.

Salvatore, così, è vivo: è nell’aria, è nel mare, è nel cielo, è nel sole, è in ogni cosa! Lui è la loro vita! Lui è la luce!

Iglesias 27/11/06

Francesco Lorefice

 

Indice

Indice

  Figlio mio!   Il nonno

Copertina

  La donazione   In albergo

Foto Salvatore

  Nella chiesa   La stanza gialla

Dedica

  Il dolore della sorella   Accato al camino

Premessa

  La messa funebre   Al camposanto

La morte

  Ricordo del padre   Preghiera
 

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