CARLOFORTE
Un restauro per non dimenticare il passato, un "buon cuore" che tornerà a battere ricordando tempi lontani. Salvatore Luxoro, presidente della Marinatour, volenteroso tabarkino appassionato di restauro nautico, ha deciso di rimettere a nuovo un battello di nome "buon cuore" costruito 107 anni fa dal maestro d'ascia Pasquale Biggio.
L'imbarcazione carlofortina appartiene alla gloriosa epopea dei galanzieri; veniva infatti usata per trasportare galanza (minerale di piombo) tra la fine dell'800 ed i primi del 900. Di battelli come il "buon cuore" era ricolma, allora, la baia di Carloforte. Le imbarcazioni andavano a sciami verso Nebida, Masua, Portovesme, Gonnesa, dove i galanzieri carlofortini, come operose formiche, le stipavano di minerale che poi portavano a Carloforte per scaricarlo nei depositi.
Un lavoro massacrante e terribile. Gli stessi galanzieri avrebbero provveduto, in un secondo tempo, a caricare le stive delle navi che giungevano dal continente.
Il "buon cuore", in più di un secolo di vita, ha avuto sette diversi proprietari e tanti usi diversi. Salvatore Luxoro l'ha trovata in un cantiere della Costa Smeralda, a terra, abbandonata da circa 7 anni. Girava già da tempo, fra gli appassionati, la voce dell'esistenza del battello, e già qualche carlofortino gli aveva dato un'occhiata. Salvatore, dopo qualche indecisione si è deciso al grande passo: l'ha comprata e l'ha riportata a Carloforte. Ora si trova presso il canale delle saline, sul lato adiacente lo stradone provinciale .
Non è la prima volta che Salvatore si cimenta nel restauro di barche e motoscafi, anche se ammette: "non ho le conoscenze per un restauro così lungo ed impegnativo, così ho chiesto aiuto al più anziano dei maestri d'ascia in attività, Giovannino Biggio ed a Tonino Sanna, che non faranno mancare il loro sostegno".
Il battello, lungo 12 metri e largo nella zona mezzana 4,5, sarà smontato pezzo per pezzo; il fasciame sarà sostituito dove necessario e per il resto completamente trattato. Sara ricostruita anche la ruota di prua e la controruota. Saranno usati i materiali dell'epoca e poi si provvederà a riarmarla con la vela latina.
"In tanti hanno promesso di darmi una mano" ricorda Salvatore, "speriamo mantengano la parola".
Probabilmente ci vorrà più di un anno e mezzo di lavoro, ma poi, assicura Salvatore, sarà grande
festa e questa si spera di farla coincidere con le festività del
patrono dell'Isola - San Pietro - del 2002.
Certamente, il giorno in cui il battello ritornerà a solcare i mari, rivivrà un pezzo di storia carlofortina. |