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www.isoladisanpietro.org
e Pro Loco di Carloforte presentano: |
F U S I N A |
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Dopo quarant'anni, per non dimenticare... |
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Memorie di
Simone Repetto |
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Aula consigliare del Comune di Chioggia, pomeriggio del
6 marzo 2010: |
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Discorso
di Carlo Alberto Tesserin,
vicepresidente del Consiglio Regionale Veneto: |
Un
saluto a tutti, da parte della Regione Veneto,
ed agli amici di Carloforte, che hanno voluto
portare a Chioggia un libro importantissimo, per
le testimonianze che fornisce, a noi, e più
ancora ai famigliari.
Ascoltare le vicende del sopravissuto, di una
tragedia di questa dimensione, è come avere
accanto un eroe: con quel tempo, riuscire a
sopravvivere, è stata davvero un’impresa.
Mi sembra che sia significativo che si sia
voluto lasciare, in maniera documentale, una
vicenda così drammatica e così importante.
Ed a noi, che viviamo nel mare, aver avuto,
all’interno di questa situazione, dei nostri
concittadini, i chioggiotti 5, e quelli veneti
la stragrande maggioranza, ci obbliga a
riflettere, di cosa voglia dire, da allora ad
oggi, continuare a ricordare. Sembra che le
nuove concezioni diano la certezza assoluta e
poi, invece, un giorno constatiamo che il mare è
fonte di vita, ma è anche fonte di tragedie.
Allora, meditiamo con la forza di trarre
insegnamento dalla storia, e anche di essere
consci della memoria di quelli che
hanno subito questa immane perdita, in maniera
diretta, ed ai familiari.
Con questo spirito, agli autori del libro
rivolgiamo il nostro ringraziamento ed
apprezzamento, perchè hanno voluto scriverlo e
più ancora perché hanno voluto venire nel
Veneto, qui a Chioggia, a presentarlo. Lo
acquisiamo come un dono che ci fate. Davvero, i
migliori successi a chi lo ha voluto scrivere e
lasciare in eredità a tutti noi un documento
così sconvolgente, come testimoniato. Auguri e
buon successo! |
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Discorso
di Nicola Boscolo Pecchie,
assessore comunale alla cultura:
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Questo
è un libro per certi versi inusuale. Rappresenta
un po’ una novità, nel panorama editoriale del
Comune di Chioggia, ma anche dei comuni
circostanti. E’ una occasione assolutamente
propizia.
Come padrone di casa, ho voluto che ci fosse
questa presentazione quando Osvaldo Franzo mi ha
scritto, dicendo che c’era questa storia da
raccontare. Per dire la verità, è stata
organizzata non molto tempo fa.
Ed è stata subito una storia che mi ha colpito,
quando me l’ha comunicata in email. Io sono del
‘74, e non conoscevo tale storia per esperienza
personale diretta. Subito mi ha colpito, perché
si và ad incardinare tra quei legami umani, da
una parte, ed il mio primo saluto non può che
andare ai familiari che sono presenti in sala,
in maniera assolutamente rispettosa e deferente,
anche dopo quarantanni.
Storie, legami umani e di parentela, che quando
accadono in mare hanno una cementificazione. E’
la salsedine che, evidentemente, li salda.
Le
storie di mare, le storie anche di laguna, hanno
quella particolare connotazione. Siccome sono
più realistiche, vuoi nella pesca, vuoi nel
mercantile come il Fusina, la nave, l’esperienza
del mare saldifica i rapporti. Mi fa piacere
salutare anche la rappresentanza
dell’associazione Marinai d’Italia. Quando noi
abbiamo avuto, qualche mese fa, la
manifestazione che si chiamava “Ottobre Blu”, ed
abbiamo ospitato il sommergibile Todaro e la
nave San Giusto, è stata un’occasione per fare
una manifestazione con la Marina Militare. Tutte
le storie di mare, hanno questa dimensione del
sogno, della proiezione, perchè quando si è da
soli, col proprio equipaggio nella nave, quando
c’è il distacco, fin dalla giovane età dai
famigliari, è inevitabile che il sentimento, il
ricordo di casa, il distacco dalla costa e lo
stare sul mare abbiano un certo sentimentalismo,
una certa passione.
Poi, quando queste storie di mare diventano
tragedie, come quella del Fusina, e anche dopo,
quando passano quarantanni, come poco tempo fa,
quando è stata fatta la cerimonia a Carloforte,
di cui saluto i rappresentanti
dell’amministrazione e di Carloforte, è chiaro
che c’è un patto, con una storia che vale la
pena di raccontare. Anche perché la città di
Chioggia è stata contenta, ha accolto
positivamente la richiesta di patrocinio.
Siamo
stati d’accordo che ci fosse questa giornata,
questo patrocinio, abbiamo invitato le persone
che si ritenevano invitare e sono anche
particolarmente soddisfatto della presenza.
Questa è una storia che deve appartenere ad una
città come Chioggia, che, talvolta, ha tante
identità. “Chioggia è tante cose, e nessuna allo
stesso tempo”. E’ agricoltura, portualità,
turismo, laguna, mare. L’identità di Chioggia, è
quella di stare sull’acqua. Se Chioggia ha
l’identità di stare sull’acqua, storie come
quella del Fusina, del suo equipaggio,
dall’Altair, la fregata che poi è andata alla
ricerca dei primi naufraghi, devono essere
raccontate. Quindi, salutare questo evento con
un benvenuto del genere, è un qualche cosa che
ci permetterà di entrare anche nelle scuole, a
cominciare dal sottoscritto e da tanti altri
giovani, che devono continuare a sapere di
queste storie di mare.
Abbiamo parlato con qualcuno di questo fatto, e
lo ricordano, il Fusina, evidentemente nella sua
rotta tra la Sardegna ed il porto di Venezia,
entrare ed uscire da quel porto. E’ un motivo
per riandare, con la mente, a chi si occupava di
commercio nel mare. Qualcuno, ha anche avuto la
particolare sensazione di ricordare il
mercantile all’interno del porto di Venezia.
Quindi, c’è l’intenzione di andare nel
sentimento più puro di una cittadina di mare,
con tradizioni marinaresche, che vuole
amalgamarsi con la storia del Fusina e la vuole
raccontare ai più giovani.
E’ un modo anche per rafforzare i rapporti con
quella parte della Sardegna laddove la tragedia
è successa, in primis con la comunità di
Carloforte.
Nella memoria dei naufragi, è viva un'altra
tragedia. C’è il ricordo del 1944, del
bombardamento alleato alla motonave Giudecca,
una immane tragedia, stavolta in un contesto
diverso. Questa tragedia, a Chioggia, è stata
ampiamente ricordata, è molto più conosciuta. La
Giudecca, era una motonave che trasportava
minerale, colpita da missili alleati durante la
guerra.
Ed è per questo che io vorrei concludere con
questa promessa, con questo impegno. Siccome,
alle vittime del Giudecca è stata intitolata una
fondamenta, nel monumento che sta qui ai saloni,
parimenti dignità possa avere la tragedia del
Fusina e tutti coloro i quali hanno perso la
vita col mercantile. Come amministrazione, lo
dico in maniera ufficiale, nell’ambito di una
rivisitazione generale della toponomastica della
città, ne parleremo ancora, mi impegno
sicuramente a trovare un luogo della città da
intitolare alle vittime del mercantile.
. . .
Voi
ci avete fatto un dono, con questo libro.
Immagino ci sia anche a Carloforte, l’idea di
fare, il 16 gennaio del 2011, il quarantunesimo
anniversario. Ci metteremo d’accordo con tutti.
Ci ridaremo appuntamento a Chioggia, per questa
cerimonia di intitolazione di un pezzo di
banchina portuale. Io già la immagino, perché
credo sia una storia che, senz’altro, debba
coinvolgere il nostro polo scolastico, la nostra
struttura nautica, il nostro Giorgio Cini, e
credo che assieme agli allievi del nautico, che
così giustamente hanno protestato nel 1970,
possa essere anche un elemento didattico.
Personalmente, grazie per questo pomeriggio, vi
do appuntamento al prossimo anno, dove avremo un
momento di riflessione, accompagnato ad una
doverosa intitolazione di un pezzo di banchina. |
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Discorso
di Beniamino Boscolo Capon,
consigliere e capogruppo provinciale del PDL:
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E’
stato un convegno molto interessante e ringrazio
dell’invito l’assessore Nicola Pecchie, molto
sensibile a quello che risulta essere una storia
vera, nella nostra realtà.
Spesso è volentieri, da giovane amministratore,
i giovani della nostra comunità sanno ben poco
delle particolarità, delle tradizioni e della
cultura e anche delle tragedie che ci hanno
interessato.
E proprio perché non sia memoria di chi solo
abbia potuto vivere, direttamente queste
drammatiche esperienze, attraverso queste
manifestazioni, queste commemorazioni, che
vengono fatte attraverso la cultura, si cerca di
trasferire anche ai nostri giovani quello che le
generazioni passate hanno potuto attraversare.
E’ un insegnamento, magari guardando
nell’avvenire della vita dei giovani che
crescono, hanno famiglia e devono lavorare,
perché viviamo in una stagione di crisi. Il
lavoro è un tema importante, mi sono accorto, in
questa tragedia.
Perché, proprio coloro che sono state vittime di
questo drammatico evento, erano nel pieno delle
loro funzioni del lavoro. Un lavoro molto più
difficile, quando sei a contatto con la natura.
Come per il pescatore, anche il marinaio deve
raccontare gli imprevisti di una forza talmente
grande, quasi misteriosa, che è quella del mare.
Questo ci deve far riflettere, come giovani, sul
nostro modo di vivere e quando lavoriamo. Ci
sono norme di sicurezza che ci consentono di
prevenire gli incidenti, ci sono delle leggi che
ci consentono di avere sistemi di prevenzione
sul lavoro che magari noi giovani, spesso, non
utilizziamo, per superficialità. Eppure, davanti
a queste tragedie, ci deve fare riflettere,
ancora di più, quanto sia importante il senso
della vita.
Quindi, ringrazio sicuramente chi mi dà la
possibilità di conoscere ancor meglio quello che
è stata la tragedia del Fusina, che io conoscevo
solo leggermente, in maniera superficiale. E’ un
patrimonio che deve essere tenuto vivo, nella
memoria della nostra città.
Grazie |
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Nell’emiciclo
principale, da destra verso sinistra, sedevano i
relatori Ugo Freguja, Carlo Alberto Tesserin,
Giampaolo Cirronis, Salvatore Borghero, Nicola
Boscolo Pecchie, Gianni Repetto, Luigi Pellerano,
Beniamino Boscolo Capon e Simone Repetto
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Nei due emicicli di fronte ai relatori, erano
accomodati circa 25 familiari delle vittime
Barbieri, Spanio, Ballarin, Bonaldo e Padoan.
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In fondo all’aula, gremita, il pubblico era
formato da una quarantina di persone, tra cui il
carlofortino residente in Lombardia Enzo De
Gennaro (addetto alle riprese video), un signore
di origine di Portoscuso, rappresentanti
dell’Associazione Marinai d’Italia di Chioggia e
la responsabile della libreria Mondatori di
Chioggia Nadia Stefanin, con copie dei libri da
vendere.
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Un grazie particolare agli amici, “vaganti” per
l’aula, Osvaldo Franzo e Giancarlo Canavera e
alla Gentilissima Dottoressa Marialisa Freguggia
Responsabile della Biblioteca e dell'Ufficio
Cultura del Comune di Chioggia per il suo
decisivo contributo all'organizzazione di questa
giornata. |
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Simone Repetto |
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