"La tragedia del Fusina" - Nel 40° anniversario della tragedia che toccò il cuore dei Carlofortini

     

 

 
 

INDICE

16.01.2010 - Fusina - Nel 40° anniversario della tragedia che toccò il cuore dei Carlofortini
Chioggia, 06.03.2010 - Fusina - Nel 40° anniversario della tragedia che toccò il cuore dei Carlofortini

 

ARGOMENTI

Libro "La tragedia del Fusina" di Salvatore Borghero, Luigi Pellerano, Giambattista Repetto e Simone Repetto

Chioggia, 06.03.2010 - Commento sulla presentazione del libro "La tragedia del Fusina" di Giancarlo Canavera
Contiene una rassegna fotografica di 350 foto sul evento
I riscontri dell'evento sulla carta stampata

 

   

www.isoladisanpietro.org
e Pro Loco di Carloforte presentano:

F U S I N A

Dopo quarant'anni, per non dimenticare...

Memorie di Simone Repetto

Aula consigliare del Comune di Chioggia, pomeriggio del 6 marzo 2010:


Discorso di Carlo Alberto Tesserin,
vicepresidente del Consiglio Regionale Veneto:
Un saluto a tutti, da parte della Regione Veneto, ed agli amici di Carloforte, che hanno voluto portare a Chioggia un libro importantissimo, per le testimonianze che fornisce, a noi, e più ancora ai famigliari.
Ascoltare le vicende del sopravissuto, di una tragedia di questa dimensione, è come avere accanto un eroe: con quel tempo, riuscire a sopravvivere, è stata davvero un’impresa.
Mi sembra che sia significativo che si sia voluto lasciare, in maniera documentale, una vicenda così drammatica e così importante.
Ed a noi, che viviamo nel mare, aver avuto, all’interno di questa situazione, dei nostri concittadini, i chioggiotti 5, e quelli veneti la stragrande maggioranza, ci obbliga a riflettere, di cosa voglia dire, da allora ad oggi, continuare a ricordare. Sembra che le nuove concezioni diano la certezza assoluta e poi, invece, un giorno constatiamo che il mare è fonte di vita, ma è anche fonte di tragedie. Allora, meditiamo con la forza di trarre insegnamento dalla storia, e anche di essere consci della memoria di quelli che hanno subito questa immane perdita, in maniera diretta, ed ai familiari.
Con questo spirito, agli autori del libro rivolgiamo il nostro ringraziamento ed apprezzamento, perchè hanno voluto scriverlo e più ancora perché hanno voluto venire nel Veneto, qui a Chioggia, a presentarlo. Lo acquisiamo come un dono che ci fate. Davvero, i migliori successi a chi lo ha voluto scrivere e lasciare in eredità a tutti noi un documento così sconvolgente, come testimoniato. Auguri e buon successo!

Discorso di Nicola Boscolo Pecchie,
assessore comunale alla cultura:
Questo è un libro per certi versi inusuale. Rappresenta un po’ una novità, nel panorama editoriale del Comune di Chioggia, ma anche dei comuni circostanti. E’ una occasione assolutamente propizia.
Come padrone di casa, ho voluto che ci fosse questa presentazione quando Osvaldo Franzo mi ha scritto, dicendo che c’era questa storia da raccontare. Per dire la verità, è stata organizzata non molto tempo fa.
Ed è stata subito una storia che mi ha colpito, quando me l’ha comunicata in email. Io sono del ‘74, e non conoscevo tale storia per esperienza personale diretta. Subito mi ha colpito, perché si và ad incardinare tra quei legami umani, da una parte, ed il mio primo saluto non può che andare ai familiari che sono presenti in sala, in maniera assolutamente rispettosa e deferente, anche dopo quarantanni.
Storie, legami umani e di parentela, che quando accadono in mare hanno una cementificazione. E’ la salsedine che, evidentemente, li salda.
Le storie di mare, le storie anche di laguna, hanno quella particolare connotazione. Siccome sono più realistiche, vuoi nella pesca, vuoi nel mercantile come il Fusina, la nave, l’esperienza del mare saldifica i rapporti. Mi fa piacere salutare anche la rappresentanza dell’associazione Marinai d’Italia. Quando noi abbiamo avuto, qualche mese fa, la manifestazione che si chiamava “Ottobre Blu”, ed abbiamo ospitato il sommergibile Todaro e la nave San Giusto, è stata un’occasione per fare una manifestazione con la Marina Militare. Tutte le storie di mare, hanno questa dimensione del sogno, della proiezione, perchè quando si è da soli, col proprio equipaggio nella nave, quando c’è il distacco, fin dalla giovane età dai famigliari, è inevitabile che il sentimento, il ricordo di casa, il distacco dalla costa e lo stare sul mare abbiano un certo sentimentalismo, una certa passione.
Poi, quando queste storie di mare diventano tragedie, come quella del Fusina, e anche dopo, quando passano quarantanni, come poco tempo fa, quando è stata fatta la cerimonia a Carloforte, di cui saluto i rappresentanti dell’amministrazione e di Carloforte, è chiaro che c’è un patto, con una storia che vale la pena di raccontare. Anche perché la città di Chioggia è stata contenta, ha accolto positivamente la richiesta di patrocinio.
Siamo stati d’accordo che ci fosse questa giornata, questo patrocinio, abbiamo invitato le persone che si ritenevano invitare e sono anche particolarmente soddisfatto della presenza.
Questa è una storia che deve appartenere ad una città come Chioggia, che, talvolta, ha tante identità. “Chioggia è tante cose, e nessuna allo stesso tempo”. E’ agricoltura, portualità, turismo, laguna, mare. L’identità di Chioggia, è quella di stare sull’acqua. Se Chioggia ha l’identità di stare sull’acqua, storie come quella del Fusina, del suo equipaggio, dall’Altair, la fregata che poi è andata alla ricerca dei primi naufraghi, devono essere raccontate. Quindi, salutare questo evento con un benvenuto del genere, è un qualche cosa che ci permetterà di entrare anche nelle scuole, a cominciare dal sottoscritto e da tanti altri giovani, che devono continuare a sapere di queste storie di mare.
Abbiamo parlato con qualcuno di questo fatto, e lo ricordano, il Fusina, evidentemente nella sua rotta tra la Sardegna ed il porto di Venezia, entrare ed uscire da quel porto. E’ un motivo per riandare, con la mente, a chi si occupava di commercio nel mare. Qualcuno, ha anche avuto la particolare sensazione di ricordare il mercantile all’interno del porto di Venezia.
Quindi, c’è l’intenzione di andare nel sentimento più puro di una cittadina di mare, con tradizioni marinaresche, che vuole amalgamarsi con la storia del Fusina e la vuole raccontare ai più giovani.
E’ un modo anche per rafforzare i rapporti con quella parte della Sardegna laddove la tragedia è successa, in primis con la comunità di Carloforte.
Nella memoria dei naufragi, è viva un'altra tragedia. C’è il ricordo del 1944, del bombardamento alleato alla motonave Giudecca, una immane tragedia, stavolta in un contesto diverso. Questa tragedia, a Chioggia, è stata ampiamente ricordata, è molto più conosciuta. La Giudecca, era una motonave che trasportava minerale, colpita da missili alleati durante la guerra.
Ed è per questo che io vorrei concludere con questa promessa, con questo impegno. Siccome, alle vittime del Giudecca è stata intitolata una fondamenta, nel monumento che sta qui ai saloni, parimenti dignità possa avere la tragedia del Fusina e tutti coloro i quali hanno perso la vita col mercantile. Come amministrazione, lo dico in maniera ufficiale, nell’ambito di una rivisitazione generale della toponomastica della città, ne parleremo ancora, mi impegno sicuramente a trovare un luogo della città da intitolare alle vittime del mercantile.
. . .
Voi ci avete fatto un dono, con questo libro. Immagino ci sia anche a Carloforte, l’idea di fare, il 16 gennaio del 2011, il quarantunesimo anniversario. Ci metteremo d’accordo con tutti.
Ci ridaremo appuntamento a Chioggia, per questa cerimonia di intitolazione di un pezzo di banchina portuale. Io già la immagino, perché credo sia una storia che, senz’altro, debba coinvolgere il nostro polo scolastico, la nostra struttura nautica, il nostro Giorgio Cini, e credo che assieme agli allievi del nautico, che così giustamente hanno protestato nel 1970, possa essere anche un elemento didattico.
Personalmente, grazie per questo pomeriggio, vi do appuntamento al prossimo anno, dove avremo un momento di riflessione, accompagnato ad una doverosa intitolazione di un pezzo di banchina.

Discorso di Beniamino Boscolo Capon,
consigliere e capogruppo provinciale del PDL:
E’ stato un convegno molto interessante e ringrazio dell’invito l’assessore Nicola Pecchie, molto sensibile a quello che risulta essere una storia vera, nella nostra realtà.
Spesso è volentieri, da giovane amministratore, i giovani della nostra comunità sanno ben poco delle particolarità, delle tradizioni e della cultura e anche delle tragedie che ci hanno interessato.
E proprio perché non sia memoria di chi solo abbia potuto vivere, direttamente queste drammatiche esperienze, attraverso queste manifestazioni, queste commemorazioni, che vengono fatte attraverso la cultura, si cerca di trasferire anche ai nostri giovani quello che le generazioni passate hanno potuto attraversare. E’ un insegnamento, magari guardando nell’avvenire della vita dei giovani che crescono, hanno famiglia e devono lavorare, perché viviamo in una stagione di crisi. Il lavoro è un tema importante, mi sono accorto, in questa tragedia.
Perché, proprio coloro che sono state vittime di questo drammatico evento, erano nel pieno delle loro funzioni del lavoro. Un lavoro molto più difficile, quando sei a contatto con la natura. Come per il pescatore, anche il marinaio deve raccontare gli imprevisti di una forza talmente grande, quasi misteriosa, che è quella del mare.
Questo ci deve far riflettere, come giovani, sul nostro modo di vivere e quando lavoriamo. Ci sono norme di sicurezza che ci consentono di prevenire gli incidenti, ci sono delle leggi che ci consentono di avere sistemi di prevenzione sul lavoro che magari noi giovani, spesso, non utilizziamo, per superficialità. Eppure, davanti a queste tragedie, ci deve fare riflettere, ancora di più, quanto sia importante il senso della vita.
Quindi, ringrazio sicuramente chi mi dà la possibilità di conoscere ancor meglio quello che è stata la tragedia del Fusina, che io conoscevo solo leggermente, in maniera superficiale. E’ un patrimonio che deve essere tenuto vivo, nella memoria della nostra città.
Grazie

Nell’emiciclo principale, da destra verso sinistra, sedevano i relatori Ugo Freguja, Carlo Alberto Tesserin, Giampaolo Cirronis, Salvatore Borghero, Nicola Boscolo Pecchie, Gianni Repetto, Luigi Pellerano, Beniamino Boscolo Capon e Simone Repetto
Nei due emicicli di fronte ai relatori, erano accomodati circa 25 familiari delle vittime Barbieri, Spanio, Ballarin, Bonaldo e Padoan.
In fondo all’aula, gremita, il pubblico era formato da una quarantina di persone, tra cui il carlofortino residente in Lombardia Enzo De Gennaro (addetto alle riprese video), un signore di origine di Portoscuso, rappresentanti dell’Associazione Marinai d’Italia di Chioggia e la responsabile della libreria Mondatori di Chioggia Nadia Stefanin, con copie dei libri da vendere.
Un grazie particolare agli amici, “vaganti” per l’aula, Osvaldo Franzo e Giancarlo Canavera e alla Gentilissima Dottoressa Marialisa Freguggia Responsabile della Biblioteca e dell'Ufficio Cultura del Comune di Chioggia per il suo decisivo contributo all'organizzazione di questa giornata.
 

Simone Repetto

 

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