Dopo
aver pubblicato per mesi e mesi la storia inerente "La
tragedia del Fusina", curata in questo sito internet da
Salvatore Borghero, dopo aver presenziato alle intere
manifestazioni inerenti la presentazione dell'omonimo
libro tenutesi a Carloforte, sabato 16 gennaio 2010 e a
Chioggia, sabato 6 marzo 2010, mi permetto di rivolgermi
ai lettori del sito www.isoladisanpietro.org con questo
spontaneo commento, in quanto ci tengo con cuore ad
esprimere in questa sede il mio pensiero su tutto ciò.
Sabato 6 marzo 2010 a
Chioggia, ho avuto l'onore di partecipare a questa
ulteriore pagina di storia che gli autori del libro "La
tragedia del Fusina" hanno scritto.
Se a
Carloforte la giornata del 16 gennaio 2010 è stata
memorabile per il ricordo, per l'intensità delle
emozioni vissute di persona attorno a questa immane
tragedia, per la commemorazione del 40° anniversario del
naufragio, per aver riportato a memoria il profondo
dolore di quel 16 gennaio 1970 sentito con rispettoso
silenzio da tutta Carloforte e per la testimonianza di
quegli agghiaccianti momenti raccontata dall'unico
superstite Ugo Freguja, a Chioggia, oltre tutto questo,
è stato un susseguirsi di fatti
commoventi vissuti
questa volta insieme a chi, in questo tragico naufragio,
ha perso un padre, un marito, un figlio o comunque una
persona cara.
È stato
infatti commovente discutere con i familiari delle
vittime del Fusina, perché in loro il ricordo ed il
dolore, com'è ovvio che sia, è ancora grande e vivo.
Nel
contempo c'era in loro la serenità e la felicità di
sapere che i loro cari non sono mai stati dimenticati.
Tutti,
indistintamente, hanno voluto il libro firmato dagli
autori e tutti lo hanno notevolmente apprezzato perché,
a parer loro, rappresenta "la memoria dei loro cari",
quella candela che dal 16 gennaio 1970 è sempre stata e
rimasta accesa a Carloforte, così come hanno apprezzato
e apprezzano tanto la sensibilità del popolo
carlofortino, nei tempi della tragedia fra chi venne a
Carloforte in quel triste gennaio 1970, e ai giorni
nostri, fra tutti coloro che sabato 3 marzo 2010 erano a
Chioggia a seguire la presentazione del libro.
Con la
nostra partecipazione alla presentazione del libro "La
tragedia del Fusina" in terra veneta, ci è stato
ribadito da tutti indistintamente, familiari, politici e
dalla gente comune incontrata ed accorsa alla sala
consigliare del Comune di Chioggia, che noi Carlofortini siamo gente
di grande sensibilità.
Noi, Carlofortini e Chioggiotti,
siamo uniti dal mare che, in quel mesto 16 gennaio 1970
aveva portato via 18 "nostri" marinai.
Chioggia
non ha dimenticato l'unione di Carloforte quando, senza
un coordinamento centralizzato, ma spinti da unanime e
spontanea voglia di ritrovare qualcuno ancora in vita,
fece riversare tutta la popolazione nelle coste nord
occidentali dell'Isola di San Pietro, con l'intento di
ricercare quei "loro" poveri marinai e con la viva
speranza di ritrovarne ancora qualcuno in vita, speranza
purtroppo vanificata dal continuo ritrovamento di
vittime.
Chioggia
non ha dimenticato la solidarietà del nostro popolo
verso quella tragedia.
Chioggia
ringrazia Carloforte per aver contribuito in maniera
decisiva a dare una degna sepoltura alla maggior parte
di quella loro povera gente.
Sabato 6
marzo 2010, Chioggia ha detto chiaramente che
quell'unione e quella solidarietà del popolo
carlofortino, dopo 40 anni è rimasta intatta, prova ne è
stata, a parer loro, la nostra presenza in loco e che,
grazie a questo libro, resterà per sempre nei loro
cuori.
In quel 6
marzo 2010, a Chioggia il nome di Carloforte è stato
portato alto e questo è un fatto che resterà!
Personalmente sono convinto che il libro "La tragedia
del Fusina", oltre che ad essere una raccolta di
testimonianze su fatti dolorosamente accaduti, sia
destinato a diventare un punto di riferimento fisso su
questo che è stato uno dei più gravi e drammatici
naufragi della Marina Mercantile Italiana del
dopoguerra, avvenuto nei mari d'Italia, prova ne è il
fatto che ora incominciano a venir fuori altri
interessanti documenti, delle foto, delle storie e
quant'altro che in precedenza ognuno teneva nel proprio
cassetto, ma non per non volerle divulgare, perché in 40
anni non era stato creato questo preciso punto di
riferimento.
È per
questo motivo che fin dall'inizio ho creduto con grande
fiducia in questo progetto, ma non come un libro fine a
se stesso, ma come un vero e proprio progetto storico
all'interno del quale il libro "La tragedia del Fusina"
è il primo tassello, ed io ne sono fiero d'aver potuto
partecipare alla presentazione di questo progetto, sia a
Carloforte che a Chioggia e, nel limite del possibile,
sono pronto fin d'ora a presenziare a qualsiasi altra
manifestazione giri attorno a questo grande progetto!
A Salvatore
Borghero, Luigi Pellerano, Giambattista Repetto e Simone
Repetto, co-autori del libro, a Giampaolo Cirronis,
editore, a Ugo Freguja, unico superstite del Fusina, ad
Osvaldo Franzo e Armando Berti, marinai imbarcati sulla
fregata Altair all'epoca dei fatti, vanno i miei più
sinceri ringraziamenti accompagnati dalla mia più
profonda stima, per avermi dato la possibilità di vivere
di persona ed in prima fila questi intensi, emozionanti
e commoventi momenti d'unione, d'aggregazione, di vera
incondizionata amicizia e di storia.
Salvatore Borghero
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Luigi Pellerano
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Giambattista Repetto
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Simone Repetto
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Giampaolo Cirronis
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Ugo Freguja
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Armando Berti
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Osvaldo Franzo
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Alle
famiglie delle vittime del Fusina va il mio più
affettuoso e fraterno abbraccio.
Un caro
saluto a tutti i visitatori di www.isoladisanpietro.org
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