A cura di Salvatore Borghero Rodin

     

 

 
 

A cura di Salvatore Borghero Rodin - Racconto a puntate sui principali eventi che hanno dato vita alla grande storia di Carloforte e dell'Isola di San Pietro

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La tragedia del Fusina

Settima parte

Rassegna stampa nazionale

Articolo 29

IL GAZZETTINO
Edizione della Provincia di Venezia

venerdì 6 febbraio 1976

PROCESSO IN MAGGIO A CAGLIARI

Sette persone rinviate a giudizio per il naufragio del «Fusina»
Persero la vita, nel gennaio di sei anni fa, diciotto membri dell’equipaggio su diciannove -
«Colpe di uomini , e non fatalità, causarono il disastro»: così afferma il giudice istruttore

Cagliari, 5 febbraio

Risponderanno in sette, a maggio, davanti al Tribunale di Cagliari, del naufragio del mercantile «Fusina», inabissatosi al largo della Sardegna, nel gennaio di sei anni fa: persero la vita diciotto dei diciannove membri dell’equipaggio, quasi tutti veneziani.

Il giudice istruttore, anche sulla base di perizie svolte sul relitto, che giace ad una profondità di circa cento metri, ha ritenuto infatti che non la fatalità, ma colpe di uomini che causarono il disastro.

Di qui, le accuse di naufragio colposo e di omicidio plurimo colposo, per le quali sono stati rinviati a giudizio il capitano Mario Borsani, 46 anni, Milano, direttore della società armatrice «Sana», il comandante dell’ufficio circondariale marittimo di Portovesme (Cagliari), Franco Pistis, l’incaricato del registro navale, Erasmo Da Sarcina, e i funzionari della società «Monteponi-Montevecchio», Mario Spinas, Renato Guerriero, Giuseppe Parisi e Mario Honnorat.

Il comandante Borsani deve anche rispondere di simulazione di reato per la denuncia di un furto negli uffici della «Sana», dai quali scomparvero, secondo gli inquirenti, soltanto documenti riguardanti il «Fusina».

A carico di Franco Pistis pende anche l’accusa di falso in scrittura privata, per avere - secondo il giudice istruttore - alterato in un documento il grado di umidità del minerale contenuto nelle stive (3995 tonnellate di blenda sfusa) del «Fusina» alla partenza per l’ultimo viaggio.

Come si ricorderà, il «Fusina» partì da Portovesme alle 21:15 del 16 gennaio del ’70, diretto a Porto Marghera.

Un’ora più tardi, affondò, per un improvviso spostamento del carico.

Si salvò soltanto un uomo, il cameriere Ugo Freguja, del Lido di Venezia, trovato due giorni dopo sulla costa sarda.

Le ricerche, che si protrassero per giorni, portarono al recupero di tredici salme; le altre cinque non sono mai state trovate.

Enorme fu l’emozione a Venezia e a Chioggia, località dalle quali provenivano quattordici dei diciotto morti: il comandante Mario Catena, 53 anni, Mestre; il primo ufficiale Giacinto Gimma, 32 anni, Mestre; il secondo ufficiale Giordano Voltolina, 61 anni, Chioggia; il direttore di macchine Giorgio Renier, 31 anni, Venezia; il secondo ufficiale di macchina Giacomo Canova, 47 anni, Zelarino; l’ufficiale radiotelegrafista Giovanni Nordio, 27 anni Chioggia; il nostromo Duilio Padoan, 49 anni, Chioggia; il primo ufficiale di macchina Erminio Doria, 31 anni, Lido; il capo fuochista Sergio Doria, 52 anni, Mestre; il marinaio Domenico Bonaldo, 36 anni, Chioggia; il marinaio Giuseppe Ballarin, 32 anni, Mestre; il marinaio Felice Spanio, 57 anni, Chioggia; il cuoco Giovanni Lenzovich, 56 anni, Chioggia; il mozzo Angelo Barbieri, 16 anni, Sottomarina.

Con loro morirono il triestino Francesco Ravalico, 37 anni, operaio meccanico; il friulano Giuliano Schielzo, 24 anni, da Mussana, ingrassatore e due molfettani, Nicola Farinola, 24 anni, ingrassatore e il marinaio Giuseppe De Gennaro, 33 anni.

Sulla base delle perizie per le quali è stato chiesto l’aiuto del comandante Bucher, campione del mondo di immersione, che scattò anche numerose fotografie al relitto, localizzato due anni e mezzo dopo, il giudice istruttore ha rilevato che lo spostamento del carico fu causato dalla non idoneità del «Fusina» a quel tipo di carico; dall’imbarco di un carico molto superiore a quello concesso, e più umido di quanto dichiarato; dal mancato zavorramento della nave, dalla partenza in condizioni di mare e di tempo avverse, e dalla mancata predisposizione di altre misure atte ad evitare lo sbandamento del carico.

Continua...

Fine settima parte - Articolo 29

 

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