Avrei riscritto, nei mie intenti, questo editoriale almeno 10 volte.
Una volta lo avrei scritto parlando della prossima guerra in Irak… un'altra avrei parlato di un’altra cosa… e adesso invece mi ritrovo a combattere con una strana sensazione.
Avete presente quando vi capita di incontrare qualcuno che vi viene presentato e al momento di stringergli la mano invece di sentire una stretta, calda e vigorosa, vi sembra che via abbiano piazzato un seppia morta, fredda e sudaticcia, sul palmo?
Perché avverto questo malessere subdolo e strisciante da quando ho letto della notizia della bombola fatta esplodere come un avvertimento nella casa di campagna dell’amico di Gianky che abita a Carloforte!
Mi sembra di riprovare le stesse sensazioni di quando Pier mi raccontava del fatto che avevano dato fuoco alla casa di campagna di suo padre come ritorsione per chissà quale motivo che non si sapeva…
Non lo sentite anche voi quel groppo allo stomaco che nasce quando ci si ritrova inermi ad affrontare la vigliaccheria e la piccolezza ?
Qualcosa dentro di noi vorrebbe procedere ad una giustizia sommaria, violenta, si vorrebbe avere un oggetto tra le mani sul quale sfogare la rabbia che risale dalle viscere… e invece ci si ritrova tra le mani solo dell’aria su cui si sa, purtroppo, è inutile battere i pugni…
Voglio riportare un commento di Salvatore Guarino sulle “Carloforte News” del 25/02/2003 che con altre parole esprime la nostra stessa sensazione.
“Anche da noi, che abbiamo superato ostacoli di ogni genere per colonizzare un’Isola (che tutti ci invidiano), per fondare un Paese e creare una comunità, con spirito di convivenza familiare, è arrivato il Buio, il cancro della società, l’infimo degrado comportamentale. È da bloccare subito. Non voglio impartire lezioni a nessuno, so che nella nostra comunità c’è tanta gente di nobili sentimenti che saprà mettere immediatamente al bando colui che ha materializzato questo efferato atto. Ai miei tempi, ricordo, che le liti più gravi anche politiche si risolvevano con una “sciariadda” (bisticcio) e per i più esagitati con una “frettò de botte” (una piccola rissa). Auguro alla nostra gente che l’apporto del Sindaco e della Giunta, dei parroci del paese, delle forze dell’ordine possa essere determinante per smascherare questo “individuo”. Chiunque sia stato, rifletta.
“Salvatore Guarino” (tratto dalla sezione
"Lettere" dell'Unione Sarda del 23.02.2003 -
ndr)
Grazie Salvatore per queste parole. Non riesco a trovare parole migliori.
Spero solo che nei prossimi mesi, trovato il colpevole, si possa guardare indietro a questi giorni, riflettere sul valore che hanno avuto nella nostra visione di questo luogo di sogno che noi chiamiamo famigliarmente “U Paise” e scoprire quanto sia stato importante ritrovare il valore di parole come “convivenza familiare” e “creare una comunità”.
Con una punta di tristezza. |