La tonnara di Camogli raccontata in inglese
Di Annamaria "Lilla" Mariotti
Alcuni miei amici Americani vicini ad ambienti
universitari e culturali hanno voluto che andassi a
raccontare la Tonnara di Camogli anche negli USA. E'
stato così che il 22 Ottobre 2003 alle ore 13 mi sono
trovata in un'aula della Coastal Carolina University a
Conway, nel South Carolina, davanti a più di 20 studenti
graduati che partecipavano al loro seminario
settimanale, insieme ad alcuni docenti, e la tonnara era
il tema del giorno. Dovevo tenere una lezione
all'Università, questo non me lo aveva detto nessuno!!!
Mentre sullo schermo scorrevano le immagini del CDRom
che avevo preparato per l'occasione e sentivo la mia
voce raccontare, nel mio inglese fluente, la storia
della nostra tonnara un angolino del mio cervello si
chiedeva, forse in genovese, che interesse avrebbero
trovato quei biologi marini nella storia che stavo
raccontando. Invece ho notato un grande interesse, qualcuno prendeva anche appunti ed alla fine ci sono
state molte, interessanti domande.
Il tutto è stato
seguito da un lunch offerto dall'Università e consumato
sul prato del campus insieme ad alcuni docenti, nel South Carolina, a Ottobre, è ancora estate. Questo ha
rinvigorito il mio entusiasmo e, dopo un viaggio di
quasi cinque ore in auto, il 27 Ottobre ho ripetuto
l'esperienza al Maritime Museum di Beaufort, nel North
Carolina, dove ho trovato un pubblico di altro genere,
ma altrettanto attento ed interessato, anche perché la
stampa locale aveva dato grande rilievo all'avvenimento
che ha richiamato molta gente.
Vorrei spendere alcune parole su questo Museo Marinaro.
Mentre il nostro, a Camogli, è dedicato al periodo
glorioso della vela che ha contribuito a far grande
Camogli, quello di Beaufort è dedicato quasi
esclusivamente alla pesca. Su una grande parete sono
esposti dei grossi pesci, ognuno con il suo nome, ma
nessuno simile a quelli che si pescano nel nostro golfo
: Sea Trouth, Red Drum, Spanish makarel, Albacore,
yellowfin, ecc… Uno solo mi ha ricordato una cattura
eccezionale della nostra tonnara di alcuni anni fa, la
testa imbalsamata di uno squalo bianco, enorme, con
la
bocca spalancata, catturato tempo fa in quella zona da
pescatori dilettanti.
Un angolo del Museo è anche
dedicato al relitto di un galeone del 1700 ritrovato sui
fondali poco distanti da Beaufort. Ci sono monete,
suppellettili, oggetti vari e tutto fa pensare che si
tratti dell' "Queen's Anne Revenge", la nave appartenuta
ed Edward Teach, meglio noto come il feroce Pirata
Barbanera, che è stata affondata nel 1718 da una nave
inglese in quella zona di mare. Gli archeologi non si
sono ancora pronunciati definitivamente, anche se
propendono per questa ipotesi, comunque un modello del
galeone fa bella mostra di sé in una teca di vetro.
Un'altra sezione è dedicata alla pesca del muggine, che
durante tutto il 1800 e l'inizio del 1900 veniva salato
in barili e venduto per tutti gli States. Questo
commercio era apportatore di benessere economico per
tutta la comunità e il muggine ancora oggi viene pescato
con una speciale rete a trappola che ricorda il pedale
della nostra tonnara e viene venduto sul mercato del
pesce fresco, ma non è più così rinomato come nel
passato.
La terza ed ultima tappa del mio viaggio mi ha portato a
Princeton, nel New Jersey, dove si trova una prestigiosa
Università, e anche la Dorothea's House, sede della
conferenza. Questa è una fondazione nata ai primi del
1900 con lo scopo di aiutare gli immigrati
italo-americani ad affrontare i primi tempi nel nuovo
paese, ma non era solo una fondazione a scopo benefico,
venivano anche organizzati eventi sportivi e culturali
per favorire gli incontri tra persone di culture ed
estrazioni diverse. Così, con il tempo, la Dorothea's
House è diventato un centro esclusivamente culturale e
un punto di riferimento per la locale comunità
italo-americana, che ormai ha dimenticato anche la
lingua originale. Qui la conferenza si è tenuta domenica
2 Novembre alle ore 17 ed è stato un successo. La
tonnara ha entusiasmato tutti gli 80 ascoltatori, che
alla fine hanno voluto conoscere più particolari
possibili sui pescatori, sulle reti, e su tutto quello
che riguarda questo antico sistema di pesca. Finita la
conferenza e le domande, la prima persona che è venuta a
salutarmi mi ha detto . "Mi sun du Buschetto" e la
seconda : "Mi sun a soe, me ciamo Rosa". Non ci potevo
credere, ho lasciato il mio inglese per riprendere il
genovese, ma ho fatto solo in tempo a scambiare poche
parole, neanche il tempo di chiedere un nome, un
riferimento, perché sono stata sommersa dalla folla che
voleva ancora e ancora sapere questo e quello. Ho sempre
sostenuto che il mondo è piccolo, puoi percorrerlo in
lungo e in largo, ma trovi sempre qualcuno di casa tua e
questo, in fondo, è confortante.
Nei venti giorni che ho passato in USA non mi sono
dedicata solo alle conferenze. Intanto, mentre mi
trovavo a Conway, nel South Carolina, una mattina a ho
avuto il tempo di incontrare per il breakfast il mio
caro amico e collaboratore Prof. John M. Dean, docente
dell'Università del South Carolina, che non vedevo da
due anni. Lui era più entusiasta di me all'idea della
mia conferenza, era solo dispiaciuto di non poter
partecipare a causa di un precedente impegno. Poi,
mentre mi trovavo nel New Jersey, ho avuto l'opportunità
di attraversare il fiume Delaware e di mettere piede sul
suolo della Pennsylvania passando sotto uno degli ultimi
ponti coperti ancora esistenti in America.
Ho anche visitato la prestigiosa Università di Princeton.
E' un mondo a sé, passeggiando per il campus, tra gli
edifici in stile neogotico, l'atmosfera sembra quella
del mondo di Harry Potter, severe costruzioni con i
vetri piombati, gargoiles e pinnacoli dappertutto, poi
improvvisamente ci si trova nel prato in cui è stata
girata una delle scene del film "A Beautiful Mind" con
Rossel Crowe. Anche la chiesa, qui chiamata "The Chapel"
è in stile neogotico e, anche se l'ultima ricostruzione
risale agli anni '20 del 1900, la prima chiesta fu
costruita nella seconda metà del 1700. Sono stupende le
vetrate che rappresentano non solo scene religiose, ma
anche i rettori famosi dell'Università uno dei quali fu
anche firmatario della Dichiarazione di Indipendenza nel
1776. Questa cappella è multi religiosa ed è a
disposizione di tutti, studenti e visitatori e,
oltretutto, non è difficile ascoltare dei magnifici
concerti d'organo mentre si gira per la sua navata.
E non poteva mancare una scappata a New York City!!!
Basta un'ora e mezzo di bus per arrivare a Times Square,
cuore pulsante della città, vicino a Broadway. Ho voluto
dedicare la mia giornata a Manhattan alla visita ad
alcuni Musei, così ho scelto il Guggenheim ed il
Metropolitan
Museum of Arts, entrambi sulla Quinta
Strada e dopo averli visitati sono scesa lentamente
lungo questa strada, guardandomi semplicemente in giro, gustandomi i colori ed i rumori che, stranamente, sono
soffocati, come se gli otto milioni di persone che
abitano New York sussurrassero tutte insieme, piano, per
non far troppo rumore. Quella in cui mi trovavo è la
parte residenziale più elegante della Grande Mela, con
bellissime case, portieri in uniforme, limousines che
vanno e vengono e alberi su entrambi i lati. Dall'altra
parte della strada, e qui le strade sono larghe, si
estende l'enorme polmone verde di Central Park, con le
carrozze che aspettavano i turisti per un giro tra i
suoi viali ed un gran movimento di gente. Ma a me piace
girellare così per una città, guardarmi intorno e
gustarmi ogni cosa.
Quando è arrivato il momento di andarmene non sapevo
decidermi, ma si faceva buio e piovigginava, così, preso
al volo un taxi, eccomi di nuovo a Times Square e al
Port Authority Bus Terminal, alla partenza del mio bus,
con un arrivederci nel cuore e già tanta nostalgia.
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