Venezia, 18 gennaio
Un mercantile
iscritto nei registri navali del compartimento di Venezia è
naufragato venerdì notte, intorno alle 22.30, al largo di Capo
Sandalo, ad un’ora e mezza circa di navigazione da Porto Vesme,
scalo marittimo poco lontano da Sant’Antioco, nella Sardegna
meridionale.
Si tratta del
«Fusina» che stazza 3 mila tonnellate ed appartenente alla
«Società abruzzese di navigazione» che ha la sua sede a Mestre, al
terzo piano di uno stabile di Corso del Popolo.
Il «Fusina» aveva
a bordo diciannove persone di equipaggio.
Il solo superstite,
fino ad ora almeno, si chiama Ugo Freguia, abita al Lido, in Via
Corinto ed a bordo del «cargo» svolgeva mansioni di cameriere.
Ugo Freguia ha 28
anni ed ha cominciato a navigare dal ’64, quando è tornato a casa
dal servizio militare.
E’ stato imbarcato
su mercantili di ogni tipo ed ha toccato gli scali più remoti: dalla
Cina all’America del Sud, dal Canada ai porti dell’estremo nord.
I famigliari erano
particolarmente felici del suo imbarco sul «Fusina»: la nave,
infatti, adibita a viaggi fra Venezia e la Jugoslavia e fra Venezia
e la Sardegna compiva scali regolari a Porto Marghera, una o due
volte al mese.
Si deve ad Ugo
Freguia il racconto sommario ed angosciato della tragedia accaduta
al largo della costa meridionale sarda.
Ugo Freguia
soltanto ieri sera si è presentato alla capitaneria di porto di
Carloforte, accompagnato da un contadino che abita vicino alla
costa.
Il cameriere del
«Fusina» ha avuto un colloquio con un sottufficiale – il
maresciallo Porcu – di marina che è rimasto vivamente impressionato
dallo stato di choc del Freguia.
Il giovane era
stato trovato svenuto, semiassiderato, bocconi su un tratto di
spiaggia sassosa. Trasportato nell’abitazione del contadino e steso
su un letto, Ugo Freguia, dopo aver mormorato alcune frasi
incomprensibili è piombato in un sonno profondo.
Al suo risveglio è
stato accompagnato dal soccorritore alla capitaneria di porto di
Carloforte, dove il Freguia ha riferito tutto quello che sapeva
della tragedia accaduta in mare.
Il «Fusina» era
partito da Porto Vesme con un carico di minerale di piombo (4 mila
tonnellate di blenda) intorno alle 21 di venerdì sera.
Sbrigate le sue
mansioni, per la cena dell’equipaggio, il cameriere si era ritirato
nella sua cabina.
Ugo Freguia ha
raccontato al maresciallo Porcu di essere stato destato
all’improvviso da grida fortissime provenienti dal ponte del
mercantile.
Ha detto di non
aver avuto neanche il tempo di riflettere su quello che stava
accadendo prima di accorgersi di essere immerso nell’acqua, nel buio
più profondo.
Ugo Freguia ha
detto ancora di aver gridato per molto tempo, nella speranza
risultata vana, di avvertire della sua presenza eventuali altri
naufraghi.
Sfiduciato dopo
qualche tempo il giovane cameriere del Lido si è messo a nuotare
nella presunta direzione della costa.
Ugo Freguia ha
detto di aver nuotato per almeno sette ore prima di perdere
conoscenza, quando la costa doveva essere vicina.
Sta di fatto che il
contadino si è accorto della sua presenza sulla spiaggia transitando
sulla battigia sabato mattina.
Ieri sera alla
capitaneria di porto di Carloforte si sono presentati anche due
pescatori i quali hanno informato maresciallo Porcu di aver
avvistato da terra due naufraghi che tentavano, nonostante il mare
in tempesta, di raggiungere la costa a nuoto.
I pescatori hanno
affermato che il mare, in quel momento, era talmente grosso da
sconsigliarli di mettere in mare le loro barche.
Immediatamente è
stato inviato nel tratto di mare segnalato dai due pescatori un
rimorchiatore che ha proseguito le ricerche anche dopo il tramonto.
Il mercantile era
partito da Venezia per la Sardegna il giorno 22 dicembre.
Era giunto a Porto
Marghera con un carico minerale il 15 novembre.
Il carico era
destinato alla «Montecatini».
Il comandante Mario
Borsani, dirigente ella «Sana» ha appreso la notizia ieri sera da
un dispaccio di agenzia.
Fino a quel momento
non era stato ancora informato della tragedia accaduta al largo
della costa sarda, desumibile dal racconto di Ugo Freguia.
Giampiero Rizzon |