Il sistema idrico
nell’isola di San Pietro rappresenta tuttora un grave problema e
permane sempre l’emergenza acqua.
Quando nel 1738 nasceva Carlo Forte, il delegato dei Tabarchini
Agostino Tagliafico, nelle sue annotazioni, (riportate
precedentemente in questa rubrica) scriveva che nell’isola vi erano
delle fonti d’acqua buonissima e l’ingegner De La Vallče, nelle sue
continue relazioni da Carlo Forte al Vicerč di Sardegna, durante la
costruzione delle prime case nel rione denominato "Castello",
annotava il ritrovamento di vene d’acqua.
Una buon’idea dei primi tabarchini č stata quella di dotare tutte le
case di una capiente "cisterna" per uso alimentare e personale.
Essa era una gran vasca situata generalmente sotto il pavimento del
piano terra, nella quale era convogliata e raccolta l’acqua piovana.
La copertura era a volta, le pareti coincidevano con le fondamenta
della casa e il pavimento era intonacato per evitare qualche
perdita.
Il fondo era inclinato leggermente verso un piccolo pozzetto di
raccolta in modo che il secchio poteva attingere anche l’acqua
residua.
Nelle nuove case la
cisterna non č piů costruita. |