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Monumenti antichi dell’Isola di San Pietro |
Terza parte |
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Il professor Renato
Monticolo, nella rivista "Sardigna Antiga", n.3, Nuoro,
1984-1985 scrive un
saggio sulle costruzioni nuragiche di Carloforte che qui riportiamo: |
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Il Nuraghe monotorre
con addizione longitudinale dell’altura della Laveria
Percorrendo la strada
per Capo Sandalo, un chilometro circa dopo il bivio del Macchione,
su di un montarozzo alto m.54 e parzialmente occupato dalla ex
laveria della società Ammi, si notano, seminascosti da una folta
macchia mediterranea, i resti di un nuraghe e di altri edifici
antichi.
La torre, con in
diametro di m. 6,00 ed uno spessore murario di m. 1,50, è conservata
per un alzato massimo di m. 2,50 su quattro filari nel settore
sud-ovest.
Costruita in blocchi
di trachite sub-quadrati di dimensioni medie di m. 0,80 x 0,60 x
0,80, mostra tracce di crollo nel settore nord-ovest, ove si nota un
grosso concio a T.
Non è possibile
individuare l’ingresso della torre, forse occultato dall’abbondante
crollo e dalla terra di riporto della costruzione moderna dello
stabilimento, tuttavia se ne può ipotizzare la presenza nel settore
est.
Infatti un muro
addossato al settore meridionale della torre e da essa dipartentesi
per circa m. 4,50 in direzione sud-est con andamento curvilineo
sembra delineare un cortile semicircolare.
Il muro spesso m. 1,20
è conservato per un alzato di m. 1,00 su due filari di blocchi
trachitici.
Trenta metri a sud-est
del complesso ora descritto, si notano le tracce di almeno due fondi
di capanna con un diametro di m. 3,00.
La ceramica di superficie è pressoché assente. |
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Il recinto fortificato
(Castra nuragico) in località la Piramide
Duecento metri a NNE
del nuraghe Laveria, su un pianoro a quota 78, in prossimità di un
segnale trigonometrico noto come la “Piramide”, si trovano i resti
di un recinto fortificato di tipo megalitico.
La pianta si presenta
sub-circolare leggermente allungata in senso SW-NE.
Il diametro massimo da
SW-NE è di m. 18; quello da SE – NW di m. 14.
Il muro, pressoché
rilevabile per tutta la circonferenza, è costruito con grossi
blocchi di trachite rossa appena sbozzati, posti in opera a secco e
conserva un alzato massimo nel settore Sud-Ovest, di m. 1,20 ed uno
spessore variabile da metri 1,20 a metri 3,00.
Nel settore Sud-Est,
l’opera muraria si innesta, incorporandolo, ad un grosso roccione
lungo metri 8,00.
La ceramica di
superficie è assente.
L’area delimitata dal
recinto sembra presentare tracce di costruzioni la cui pianta non è
rilevabile a causa della folta vegetazione. |
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Il Nuraghe a "tancato"
di Bricco del Polpo
Le coste occidentali
dell’isola, alte e strapiombanti talora a picco sul mare (la
Mezzaluna, la Borrona), sono interrotte, ad un terzo circa del loro
sviluppo da Sud a Nord, dall’unica insenatura sabbiosa della Caletta
o Spalmatore.
Le dune di sabbia
attorno alla cala restituirono, un secolo fa, numerose sepolture a
cista con materiale che venne definito “cartaginese”.
Sta di fatto che il
luogo era frequentato in antico vuoi perché rappresentava l’unico
approdo lungo tutta la costa occidentale, vuoi per il suo entroterra
non avaro di risorse naturali.
Risalendo dal mare verso l’interno, in direzione NE, lungo un
canalone ampio mediante 600 metri e delimitato ai lati dai torrenti
Sepoltura e Gritta si incontra lo sperone roccioso del “Bricco del
Polpo”, la cui sommità, stranamente appuntita, risalta sul
tondeggiante paesaggio all’intorno.
Orbene, a quota 148 di
questo rilievo si rinvengono i resti di due torri nuragiche e
numerosi muri che orlano le pendici meno aspre a Sud-Ovest.
La torre principale
occupa la sommità dell’altura ed ha un diametro di m. 9,50 con uno
spessore murario da 1,50 a 1,80.
Conservata per un
alzato massimo di m. 2,00 su tre filari di blocchi trachitici nel
settore Nord-Ovest, si presenta piuttosto rovinata a Sud da un ampio
squarcio provocato da scavatori clandestini.
In alcuni tratti, a
Sud-Est, le strutture murarie si ammorsano, inglobandoli, ad alcuni
spuntoni rocciosi.
Otto metri circa a
Nord-Ovest della suddetta torre, se ne ritrova un'altra del diametro
di m. 6,00 e con uno spessore murario identico alla precedente.
Essa è conservata per
un solo filare, con un alzato m. 0,80/1,00, ed è impostata
direttamente sulla viva roccia.
Si nota, inoltre, un
breve tratto murario di m. 3,50 di lunghezza con alzato di m. 1,00 a
Nord-Est della torre principale ed in direzione della torre
secondaria.
Infine, lungo le
pendici meridionali del colle, circa 15 metri a Sud della torre
principale, si rilevano le tracce di due segmenti di muro che si
incontrano ad angolo ottuso.
Ciascun segmento,
lungo circa m. 7,00, è costruito in maniera molto rudimentale
sfruttando le asperità naturali del terreno ed integrandole con
massi trachitici appena sbozzati.
La pianta generale del
complesso sembra alludere ad un nuraghe a “tancato” completato da
antemurali. |
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Il Nuraghe a "tancato"
di Bricco Resciotto
Un chilometro e mezzo
a ovest della punta Girin, sulla costa orientale,ed in linea con
essa, si eleva il Bricco Resciotto, collina trachitica allungata in
senso nord-sud per circa 300 metri ed ampia in media una ottantina.
La parte più alta è
occupata, alle estremità nord e sud, da due cocuzzoli a quota 84 il
primo, a quota 80 il secondo.
Tra i due una stretta
sella ortogonale allo sviluppo del monte, si ribassa sino a m. 60.
Il Bricco domina
all’intorno sulla bassa pianura orientale e sullo stagno dei
Pescetti a sud; a WNW si taglia inconfondibile la sagoma del Bricco
del Polpo, distante in linea d’aria circa tre chilometri; due
chilometri a NNW è visibile il punto trigonometrico della piramide.
Presso la quota 84,
sul versante orientale del colle, si trovano i resti di una torre
nuragica del diametro di m. 10, conservata per un alzato massimo di
m. 1,30 su tre filari; lo spessore varia da 1,80 a 2,50, la pietra
usata è trachite del luogo.
Quindici metri a NE
del sopra detto nuraghe, e rilevabile, per 2/3 della circonferenza,
un’altra torre del diametro di m. 6,00 con un alzato massimo di m.
1,00 su due filari.
Fra le due torri ed a
raccordo di esse si intravedono i resti di un muro spesso m. 1,20 ed
alto m.1,00 per una lunghezza massima di m. 5,00 con direzione NE –
SO.
Il versante orientale
del colle è orlato per circa trenta metri da un poderoso muro,
costruito con maggiore cura utilizzando blocchi sub-quadrati di
dimensioni medie di m. 1,00 x 0,80 x 1,00, conservato per un alzato
di m. 1,80 su due filari.
L’andamento non è
perfettamente rettilineo né segue le curve di livello del terreno,
adattandosi ad esse.
Impossibile esplorare
la sommità a quota 84 per l’intrico fittissimo della macchia
mediterranea.
Dalla pianta generale
sembrerebbe trattarsi di un nuraghe "tancato", simile a quello
rilevato sul Bricco del Polpo, ma l’esplorazione forzatamente
incompleta ed il poderoso sviluppo delle opere difensive all’intorno
potrebbero invece farci propendere per l’ipotesi di un nuraghe
polilobato di cui sia sfuggito il rilievo di una o più torri.
Le opere murarie
difensive sono presenti in grossi parallelepipedi bozzati sulla
faccia a vista e misuranti m. 1,50 x 1,00 x 1,00, nonché all’imbocco
della sella tra le quote 84 e 80 e ne sbarrano l’accesso.
Trecento metri a SSW
della collina, in zona quasi pianeggiante, si individuano, presso i
ruderi di una casa colonica, gli zoccoli di base di almeno quattro
capanne con un diametro medio di m. 3,00.
Nei pressi anche un
pozzo, ora quasi interrato, con un anello del diametro di m. 4,00
costruito in blocchi di trachite.
Il tutto sembrerebbe
pertinente ad un abitato coevo al complesso fortificato già
esaminato.
Manca la ceramica di
superficie, si rinvengono numerosi frammenti di ossidiana. |
Continua... |
Fine terza parte |
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