L’uomo che passeggia sulla riva della spiaggia non guarda
intorno.
Su e giù, a destra e a sinistra, avanti e indietro, sempre
e solamente guardando il mare.
Appena giunto ha posato vestiario, asciugamano e tutto il
resto lì, proprio dove l’onda arriva quasi ad accarezzare
la riva, dando le spalle a tutti.
Da allora, di tanto in tanto, appena uno sguardo dove ha
posato il suo zaino, ma niente più.
Strano.
Il posto è l’ideale per poter scambiare due chiacchiere:
tanta gente, tanti potenziali ascoltatori, forse anche
qualcuno che apprezzerebbe il suo modo di pensare e di
essere.
L’Uomo guarda il mare, in un punto che non appartiene a
quell’orizzonte così ben visibile dopo la burrasca, alla
maniera di chi cerchi qualcosa o qualcuno proprio lì, dove
neanche un solo bagnante s’è ancora cimentato.
E, di tanto in tanto, sedendo a riva o piegandosi sulle
gambe, bagna la testa raccogliendo un po’ d’acqua con la
mano destra mentre l’altra regge per un attimo i suoi
occhiali scuri.
E’ indubitabile.
Quell'Uomo sogna.
Lo si può cogliere da alcune, seppur quasi impercettibili
espressioni del suo viso abbronzato, quasi sorrida
compiaciuto o corrughi appena la fronte, perplesso, per
quel che sta accadendo nel suo sogno.
E quell’aria così riflessiva, in alcuni momenti,
testimonia un rifacimento dell’ultima scena che gli è
passata davanti, come a volerla riprendere dall’inizio e
mutarne il seguito, altrimenti anche quel sogno fuggirebbe
via.
Ecco.
In quegli attimi l’Uomo resta immobile, le gambe ritte e
le braccia incrociate, ad affrontare spavaldamente il suo
sogno.
Allora, solo allora, girandosi, pare cerchi qualcuno nella
folla.
Poi, ripuliti gli occhiali appannati da gocce di sudore,
sorseggiato un goccio d’acqua, accesa l’ennesima
sigaretta, l’Uomo riprende il cammino, viandante senza
meta.
E’ certo.
Quell'Uomo ha amato. |