Le vostre opere scrittorie sulla stupenda Isola di San Pietro e la sua pittoresca Carloforte

     

 

 
 

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Le vostre opere scrittorie sulla stupenda Isola di San Pietro e la sua pittoresca Carloforte

   

L’ambulante (Carloforte, luglio, un mercoledì di mercato)

di Pino Bertone

 

E’ giorno di mercato, oggi.

Sin dal primo mattino, giunti da ogni parte, disposti ordinatamente nei posti assegnati, gli “ambulanti” fanno mercato.

“Un euro, solo un euro” si sente gridare da un banchetto: e la gente s’accalca, rimestando gli oggetti disposti sul suo bancone.

Per la modica cifra gridata dall’ambulante (chi potrà mai essere quel ambulante, venuto da lontano, sconosciuto ai più, a elargire così tanto a così poco?) porti via gli occhiali da spiaggia, il diario del 2003, la maglietta variopinta...

Fra tanta gente, anche la forestiera (si capisce che è forestiera da come si guarda intorno, quasi interrogando gli astanti se sussurrano qualche parola in dialetto) ha preso e depositato sul bancone, insoddisfatta, più di un articolo.

Solo una scatola, una piccola scatola, all’altezza della cassa, ha attirato la sua attenzione:

“Cosa l’è quella lì?”, chiede all’improvviso, svelando del tutto il mistero della sua provenienza.

L’ambulante socchiude per un attimo gli occhi e, afferrata la scatola, ne estrae un oggetto a forma di cuore, rosso purpureo: poi, manovrandolo lentamente e dolcemente, toccandolo in un punto ben preciso... click, fa scattare una molla che dischiude l’oggetto e ne mostra l’interno, non molto capiente, ma atto a ricevere e a rinchiudere qualcosa.

“Si apre a comando, eh? Bello, bello, e cosa costa? Sa, giù a Milano non se ne vedono, così, a comando, e gli amici mi invidierebbero un affarino del genere”.

“Questo non è in vendita!”

E, ritirato e rinchiuso l’oggetto, posatolo nella scatola, ridispone questa là dove era prima.

“Un euro, solo un euro” riprende a pubblicizzare l’ambulante “è tempo d’affari, al mio mercatino: chi vuole può acquistare, da un euro in su, qualsivoglia articolo che, statene certi, altrove paghereste di più.”

La gente che va, la gente che viene, la gente che contratta, la gente che sciama senza comprare.

E della gente è anche quella donna, quella che “ma nu l’è a figgia du...?” si chiedono intorno, quella che, attirata a se la scatola anonima ed estrattone il contenuto, voltandolo lentamente e dolcemente fra le mani, click... ne provoca l’apertura.

... E il segreto dell’oggetto misterioso non finisce qui: esso si ripropone ogni giorno sul banco della vita di tutti quegli ambulanti che espongono in vendita i pezzi più variegati, aspettando la donna del banco.


 

 

 

 


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