Da pochi
giorni Carloforte si è svuotata dal consueto flusso
turistico agostano e con il sistema tipico sommamente
descritto dal proverbio "u mò ui porte, u mo u sèi
ripigge" (il mare le porta, il mare se le ripiglia)
gli oltre ventimila turisti estivi di Carloforte sono
tornati naturalmente e ordinatamente alle loro residenze
nel continente.
In questa
estate torrida che ha visto a Torino 41,8 gradi (record
in oltre 250 anni) di misure meteorologiche ufficiali,
che ha visto molti paesi della Liguria rifornirsi di
acqua con il contagocce e ha visto anche il maggior
numero di incendi dolosi +91% degli ultimi anni, anche
Carloforte ha vissuto le sue "specificità" e si sono
visti problemi come quelli legati alla circolazione,
alla pulizia delle spiagge, al numero di persone
assolutamente alto che l'isola deve sopportare in venti
giorni.
Ho
letto in Mailing List del dialogo tra Cristina Poggi e
il nostro maresciallo Roby e credo che in sostanza,
senza avere la presunzione di dire chi dei due abbia
ragione, il triste dato di fatto è che da una parte c'è
un bisogno e dall'altra una struttura non dimensionata
al bisogno.
Allo
stesso modo "ascolto" la preoccupazione dei membri della
L.A.Vo.C. di Carloforte e osservo gesti come quello del
nostro Pomatone nazional-cuciniero, che offre i proventi
del suo libro a due istituzioni storiche di Carloforte,
per lanciare in qualche modo "un segnale".
Eppure
non posso dire di non avere toccato con mano la volontà
di fare delle persone che sono al comune di Carloforte.
Forse
ormai, il sistema di cose sulle quali sono regolamentate
le nostre organizzazioni comunitarie, deve essere
rivisto. Magari siamo arrivati a quel punto in cui come
in ogni organizzazione nella quale si manifesta una
crisi evidente, bisogna ristabilire quali sono le
priorità e le necessità reali a cui fare fronte.
Credo
però che di fianco a questo, non bisogna cadere nella
trappola di pensare che lo Stato, il Comune o chi per
essi, debbano sempre rispondere a tutto.
Forse
sto invecchiando ma penso che con un po' di educazione
sociale e di intelligenza, molti problemi non
esisterebbero o sarebbero ridotti di molto.
Certo è
che la cosa più importante è che non prevalga il solito
principio del "passata la festa, gabbato lo santo...",
tanto caro alle nostre abitudini culturali.
Speriamo che le cose viste e imparate questa estate
siano una lezione ed un monito per la prossima. Dopo gli
incendi visti quest'estate pensare che a Carloforte non
ci sia una organizzazione capace e attrezzata per ciò
che potrebbe succedere l'anno prossimo mi fa venire i
brividi.
E anche
l'idea che il piccolo Lorenzo andando in spiaggia a
Girin possa prendere virus e malattie mi disturba non
poco, come l'idea che il mio amico Masili debba passare
il tempo a correre dietro a gommoni ormeggiati
malamente, invece di fare il suo onesto e già di per se
pericoloso e duro lavoro, e un'altra cosa che mi
rattrista.
Certo è
che qualcosa dovrà essere pensato e riflettuto in questo
lungo inverno... |