Ascoltare persone intelligenti per me è sempre stato uno sport piacevole, e a questa sagra
(trattasi della Sagra del cuscus Tabarkino 2003 - ndr)
mi è capitato di parlare con alcuni nostri colleghi della
Mailing List.
Rosanna Maurandi, Sfer, Pomata... e le parole dette da queste persone mi hanno dato di fare qualche riflessione.Carloforte è un paese sulla via del cambiamento.
Lo fa con il suo metabolismo tipico, con quella lentezza gastro-intestinale tipica delle digestioni pesanti fatte nei climi caldi.
Ma dove va questo cambiamento?
Ho ascoltato con attenzione Sfer che mi parlava dei suoi problemi a trovare casa e per la sua attività, i progetti "turistici" di cui mi accennava Pomata e le difficoltà di "riadattamento" di Rosanna, raccontate anche dall'ottica del suo compagno tedesco che esibisce con
orgoglio i suoi nuovi documenti "italiani"... sono tutte cose che fanno pensare...
Penso a "Zì" e al suo locale dove, osservandolo mentre preparava con cura i suoi panini, ho avuto occasione di parlare della sua casa fatta esplodere e del suo dolore "intimo" nel vivere questa esperienza.
Altri mi hanno parlato del Girotonno con il suo circus televisivo e di altre cose che si stanno
avvicinando all'economia carlofortina, che sono il sintomo di un cambiamento che diventa sempre più visibile.
Comprare "il mattone" a Carloforte sembra stia diventando una impresa disperata in quanto tutto ciò che aveva prezzi abbordabili è andato e adesso ci si trova in una escalation di prezzi tipica dei luoghi turistici di un certo rango.
A carloforte sta crescendo sempre di più il turismo alla ligure dei vecchi pensionati di "rango" che si possono permettere grosse cifre per la casa da risistemare, stile "Dallas Art decò" e il vecchio casotto da casciandra alla carlofortina sta diventando raro e introvabile come certe bottiglie d'annata.
La prospettiva dell'investimento da parte di grandi gruppi economici sta diventando sempre meno remota e devo dire, la accolgo con una certa preoccupazione.
Certo non si
può mettere "U Paise" sotto una sfera di cristallo e i Carlofortini in una specie di riserva protetta, ma il rischio è quello di perdere un'identità che dell'isola è il bene più prezioso e senza la quale diventerebbe un ennesimo remake del solito luogo turistico elitario
irraggiungibile ed inabitabile perfino ai suoi stessi originari.
Mi
piace immaginare Carloforte...
- Come un luogo dove l'isola pedonale di
Via XX Settembre venisse più valorizzata, checchè se ne dica è bella e discreta e con le opportune sistemazioni potrebbe diventare un perno della vita serale e dei locali carlofortini
- Con più locali che parlino della storia di
Carloforte in modo visibile (anche se alcuni hanno
già fatto cose ottime devo dire)
- Con un sistema di oasi naturalistiche che proteggesse
Cala Vinagra, Cala Fico e Guardia dei Mori, dando visite guidate integrate fra terra e mare
- Dove le tonnare diventassero un villaggio integrato come una specie di agriturismo marino capace di offrire accoglienza su più livelli integrando magari un museo dedicato a quel prodigio di bellezza che è la tonnara
- Capace di offrire posti letto sia ad alto che a basso livello su strutture pensate in luoghi diversi e non concentrate unicamente sullo sfruttamento intensivo di pochi giorni l'anno
Insomma Carloforte è bella e ricca di cultura e potrebbe prolungare la sua "stagionalità" ben al di là degli asfittici venti giorni l'anno tipici della stagione sarda.
C'è materiale su cui lavorare a Carloforte ma il messaggio che dovrebbe giungere chiaro e forte da una amministrazione che sappia guardare al futuro, deve essere quello della valorizzazione dei prodotti locali più veri.
Per dirne uno, penso al Ratafià che forse ancora più del tonno potrebbe rappresentare, come è stato per esempio per lo sciacchetrà in Liguria, l'opportunità di creare ed esibire un prodotto con una fortissima identità.
Penso ai torcetti dolci e alla sagra del caschà e a come bisognerebbe fare in modo che questo piatto che Carloforte per sua fortuna si è ritrovata nella sua tradizione storica sia facilmente reperibile per tutta l'estate.
Ognuno di noi ha "un'immagine" di Carloforte e probabilmente la mia è solo una delle tante,
chissà cosa ci aspetta per il futuro... |