- TOMMASO ! TOMMASO, TORNA SUBITO QUA, LO SAI
CHE SE NON STAI ATTENTO TI RIEMPI TUTTO DI CATRAME!
- TOMMASO ! NON NUOTARE A PANCIA ALL’ARIA!
- TOMMASO ! NON GIOCARE CON I PAGURI, TI POSSONO PIZZICARE SE LI DISTURBI TROPPO;
- TOMMASO ! TOMMASO ! TOMMASO
!
Ma chi é
TOMMASO?!
TOMMASO é un pesciolino di qualche mese,
molto vivace ed indisciplinato,
come tutti i pesciolini della sua età,
soprattutto curiosissimo.
A lui poco importava di cosa la MAMMA diceva, era interessato solo alle storie che PAGURO RON gli raccontava: Quelle fantastiche storie di sterminate praterie di Posidonie, dove le Cernie si muovevano pigramente , e di corallo rosso e rosa che con un po’ di sforzo si potevano scalare, per poi lasciarsi scivolare giù nel blu profondo.
No, pensava tra se e se Tommaso, non era possibile che il mondo di Paguro Ron fosse scomparso, da qualche parte doveva pure esistere.
- MAMMA, LO SAI CHE RON ..
- TOMMASO, NON CHIAMARLO RON, NON STA BENE, E’ PIÙ ANZIANO DI TE, ABBI ALMENO UN PO’ DI
RISPETTO!!
- OK MAMMA,
SCUSA - rispose Tommaso - LO SAI CHE PAGURO RON MI HA RACCONTATO DI COME IL FONDO DEL MARE FOSSE DIVERSO AI SUOI
TEMPI!?
- LO SO TOMMASO, PURTROPPO QUEI TEMPI NON CI SONO
PIÙ, SONO FINITI, ORA QUESTA E’ LA NOSTRA VITA, E TU, DEVI ACCETTARLA CHE TI PIACCIA O NO.
IN FIN DEI CONTI NON E’ POI COSI’ MALE, A PARTE UN
PO’ DI CARTA, PLASTICA, CATRAME, LATTINE, SACCHETTI, RIUSCIAMO A TROVARE SEMPRE DA MANGIARE.
E POI TOMMASO,
PERCHÉ PREOCCUPARSI, NON SEI FORSE FELICE CON NOI ?
- ORA MI CHIEDERÀ DEI
COMPITI - bofonchiava Tommaso - LA CONOSCO BENE,
QUANDO NON SA PIÙ COSA DIRE MI COLPISCE NEL MIO PUNTO DEBOLE; E’ POSSIBILE CHE NON SI RENDA CONTO CHE IL MARE STA CAMBIANDO E CHE LE NOSTRE SQUAME NON HANNO
PIÙ LO STESSO COLORE ?
Tommaso era così irritato che un grappolo di bolle gli sfuggi dalla bocca, ma imperterrito continuò:
- MAMMA, MI RACCONTI QUANDO PER TROVARE UN LUOGO PER RIPOSARE SULLE GRANDI ALGHE BISOGNAVA CHIEDERE PERMESSO ALLE TRIGLIE, QUANDO IL MARE DIVENTAVA TUTTO D’ARGENTO PER L’ARRIVO DELLE ACCIUGHE SARDINE, E, TI RICORDI DI COME TI ERI ARRABBIATA CON MURENA MUSONA CHE VOLEVA OCCUPARE LA TUA TANA, E TI
RICORDI......
- TOMMASO, BASTA, VAI A GIOCARE DA UN’ALTRA PARTE, ANZI, MA I COMPITI LI HAI
FATTI?
- ECCOLA CON I COMPITI, L’AVEVO
DETTO!
- LI HO FINITI MAMMA, MAESTRO DENTICE CI HA DATO POCO DA FARE
Tommaso si sentiva insoddisfatto, anzi, gli stava montando dentro un tale rabbia che incominciò a battere come un forsennato le pinne, tanto da roteare su se stesso alzando una fanghiglia nerastra e spessa come la pece.
Uff, uff, incominciò a tossire.
Fu allora che decise che era il tempo di andare alla ricerca del
MONDO di Paguro Ron.
Un poco triste lo era, abbandonare la propria casa, gli amici, i compagni di scuola non era facile, però la decisone
era presa.
E fu così che notte tempo prese il suo zaino, una vecchia e malandata conchiglia, lo riempi di vermetti rubati ad un poco attento pescatore e partì alla ricerca del suo sogno.
Paguro Ron oltre ad essere un vecchio e saggio Nonno era anche l’allenatore della squadra di Palla a Pinna, tanto da aver insegnato ai suoi allievi che le forze dovevano essere dosate e che le partenze a razzo non andavano mai bene.
Tommaso ricordandosi dell’insegnamento incominciò a battere ritmicamente le pinne con un movimento cadenzato
Flip, Flop, Flip, Flop
. . .
Piano piano le luci scomparvero in lontananza e Tommaso si ritrovò solo nel buio profondo.
Dove andare, quale direzione prendere, a chi
domandare.
Il mare era come una macchia d’inchiostro, ingombra di spazzatura che emanava un odore nauseabondo.
Dopo diverse ore, stanco e sudato, Tommaso decise di riposare . Trovò un vecchio copertone di camion e vi si infilò dentro.
Era triste, disperato, ma cercava di reagire.
Tirò fuori dal suo zaino un vermetto per mangiare ma aveva lo stomaco chiuso, e, senza accorgersene cadde in un sonno profondo.
- EHI TU ! COSA FAI NELLA MIA CASA? NESSUNO TI HA INSEGNATO A BUSSARE ED A CHIEDERE PERMESSO QUANDO ENTRI IN CASSA D’ALTRI
?
Svegliato di soprassalto ed impaurito da quel vocione profondo, Tommaso rispose con un fil di voce:
- SCUSI SIGNORE, NON VOLEVO ESSERE MALEDUCATO, NON MI SONO ACCORTO CHE QUESTA CARCASSA FOSSE
OCCUPATA.
Resosi conto di non essersi espresso educatamente continuò:
- MI SCUSI.. QUESTA
DIMORA.
-
CHI SEI ?! - tuonò nuovamente il vocione
- MI CHIAMO TOMMASO,
SIGNOR...
- MI CHIAMO POLIPO
PIPPO - rispose la voce
- MI CHIAMO TOMMASO , SIGNOR POLIPO PIPPO, E SONO ALLA RICERCA DEL MONDO DI RON, VEDE SIGNOR POLIPO PIPPO...
- CHIAMAMI PIPPO E LASCIA PERDERE IL
SIGNORE
- VEDE SIGNOR, SCUSI PIPPO, DOVE VIVEVO PRIMA NON SI POTEVA PIÙ FARE NULLA, BISOGNAVA STARE ATTENTI A DOVE SI METTEVANO LE PINNE, RESPIRARE CON LA MASCHERA E, SE SOLO CERCAVI DI ARRIVARE ALLA SUPERFICIE PER PRENDERE UN POCO DI SOLE, INVECE DI ABBRONZARTI TI SCOTTAVI LE SQUAME.
MALEDETTO BUCO DELL’OZONO.
ALLORA HO DECISO DI PARTIRE ALLA RICERCA DEL MONDO DI RON,
PAGURO RON.
-
AH - rispose Pippo - E’ ANCORA VIVO QUEL VECCHIO SOGNATORE!
- PERCHÉ LEI LO CONOSCE?
- CERTO CHE LO CONOSCO, NE ABBIAMO FATTE E PASSATE TANTE
INSIEME…
ed un sorriso sghimbescio apparve su quella bocca con un unico dente;
- RAGAZZO MIO, HAI PROPRIO
RAGIONE, ANCHE QUI E’ LO STESSO. GUARDAMI, LE MIE VENTOSE NON ATTACCANO PIÙ TANTO E’ L’OLIO SPARSO INTORNO, HO SEMPRE MALE ALLA TESTA E QUANDO CERCO DI SPOSTARMI, SOLLEVO TANTO DI QUEL FANGO E RIFIUTI CHE HO DECISO DI NASCONDERMI DENTRO QUESTA CARCASSA, TANTO NERO FUORI NERO DENTRO CHE DIFFERENZA
FA?
Tommaso ascoltava e rifletteva, quindi aggiunse:
- PIPPO, COSA NE DIREBBE DI PROSEGUIRE IL VIAGGIO INSIEME, DOPO TUTTO SIAMO SOLI E LA COMPAGNIA E’ MEGLIO DELLA
SOLITUDINE.
- FORSE HAI RAGIONE, TOMMASO, QUI STAVO PROPRIO RIMBECILLENDO, LASCIAMI CINQUE MINUTI PER PREPARARE LE MIE
COSE.
E così i due amici partirono.
Pippo procedeva a scatti, come fanno abitualmente i polipi, mentre Tommaso muoveva velocemente le pinne e la coda per stargli dietro.
Dovunque arrivassero, trovavano pesci tristi, tutti con la maschera, molti con strane macchie sulla pelle. Ma la cosa che più li stupiva era a che sembravano tutti degli automi, quasi avessero perso la voglia di vivere.
- HAI VISTO TOMMASO, COME CI SI RIDUCE, QUANDO SI PERDE LA VOGLIA DI VIVERE, E SI PERDE OGNI SPERANZA
!?
Questo Tommaso lo sapeva bene, e se no perché sarebbe partito lasciando la sicurezza della sua famiglia:
Pinnando e soffiando i due amici percorsero molte miglia ed arrivarono nei pressi di un grosso scoglio.
Mentre seduti su due lattine stavano iniziando a pranzare, apparve dietro l’angolo un buffo muso. Tommaso che era assorto in mille pensieri fece un balzo all’indietro andando a sbattere su Pippo, il quale preso di sorpresa lascio andare una densa macchia d’inchiostro.
- TOMMASO CHE
FAI?
-SCUSA, MI SONO SPAVENTATO, HAI VISTO QUEL MUSO A
BECCO?
- TOMMASO,
MA DOVE VIVI! NON VEDI CHE E’ UNA PICCOLA TESTUGGINE?
Mentre l’inchiostro si andava diradando ecco apparire la Testuggine. Tommaso che di animali così non ne aveva mai visti disse:
- MA COME NUOTI, DOVE HAI LE PINNE, E LA CODA E LE BRANCHIE
DOVE...
- FRENA PESCIOLINO, GUARDA CHE NON TUTTI GLI ESSERI MARINI SONO UGUALI, CE NE SONO ALTRI CHE SONO DIVERSI DA TE E DAL TUO AMICO
POLIPO.
Mentre così diceva, un velo di tristezza apparve nei suoi occhi.
- ALMENO LO SPERO. COMUNQUE IO SONO UNA TESTUGGINE, AL POSTO DELLE SQUAME HO LA CORAZZA, E POI, HO ANCHE LA CODA,
GUARDA!
E da dietro apparve un cosino piccolo e duro.
- DIMMI , COME TI CHIAMI? -
chiese Tommaso.
- MI CHIAMO AMALIA E FACEVO PARTE DI UN GRANDE BRANCO CHE OGGI NON C’E’ PIÙ’. QUESTO MARE CI FA MORIRE TUTTI A POCO A
POCO!
Ed incominciò a raccontare quando piccolina il mare era azzurro e trasparente , dei suoi abitanti felici, delle sabbie bianche delle spiagge dove le mamme andavano a deporre le uova durante le caldi estati piene di sole e profumi.
Tommaso affascinato dalle sue parole stava ad ascoltare sognante.
- TOMMASO, AMALIA!
- tuonò col suo vocione Pippo - LA VOGLIAMO SMETTERE DI PARLARE E RIPRENDERE IL NOSTRO PRANZO, ANZI AMALIA PERCHÉ NON RESTI CON
NOI?
I tre, oramai diventati amici, presero a pranzare.
Pippo che di parole ne aveva dette proprio poche ad un certo punto esclamò:
- CHE NE DICI AMALIA DI VENIRE CON NOI, STIAMO CERCANDO UN POSTO DOVE TUTTO E’ RIMASTO COME PRIMA. VOGLIO DIRE PRIMA CHE ARRIVASSE IL GRANDE
PUZZO.
D’ACCORDO -
rispose Amalia, che in effetti non aspettava altro che trovare
compagnia.
I tre amici ripresero quindi a girovagare.
Pippo da esperto marinaio conduceva la fila e si dirigeva verso sud.
Dopo diverse ore di nuotata senza aver incontrato anima viva, a Tommaso parve di scorgere delle sagome di propri simili in lontananza. Senza stare troppo a riflettere aumentò il battito delle pinne seguito dai suoi compagni.
Mentre si avvicinava sentiva un vociare confuso con un sordo rumore, una specie di suono ritmico, stumpf, stumpf, stumpf.
- ATTENTO SCAPPA, TORNA
INDIETRO! - gridò ad un certo momento Pippo - SEI ENTRATO IN UNA RETE A
STRASCICO!
Tommaso, preso dalla foga, non udiva le parole di Pippo, ma Pippo sapeva bene cosa volesse dire rete, si ricordava della esperienza vissuta quando a tre anni, mentre stava giocando tra le alghe , vide scomparire i suoi simili in un batti baleno insieme a tutto quello che gli stava attorno.
- TOMMASO SCAPPA O SAREMO
INGOIATI!
Era un bel gridare il suo, Tommaso oramai troppo avanti non lo sentiva. Pippo ed Amalia aumentarono l’andatura per cercare di raggiungerlo e fermarlo, ma quando
erano lì lì per prenderlo per la coda vennero risucchiati da un vortice terribile.
- CARA AMALIA ECCO DI QUI A POCO SAREMO MORTI SCARICATI SUL PONTE DI UN BATTELLO E POI MESSI IN
BELL’ORDINE NELLE CASSETTE PIENE DI GHIACCIO.
Nel frattempo Tommaso eccitato dall’aver incontrato dei suoi simili, non si era accorto del pericolo ma capì il senso delle parole di Pippo e cercò di tornare indietro. Una forza terribile lo ricacciò sul fondo dove rimase schiacciato da altri esseri, in verità pochi, e molta spazzatura. Gli mancava il respiro, ma facendo un sforzo prese a riflettere.
- DEVO PENSARE, NON DEVO LASCIARMI PRENDERE DAL PANICO, DEVO TOGLIERMI DA QUESTA POSIZIONE E DEVO CERCARE DI AIUTARE I MIEI
AMICI.
Usando le pinne come uncini riuscì a liberarsi salendo un po’ verso l’alto.
Girando la testa cercava di capire dove era, voleva capire cosa gli era successo.
La rete nella quale lui ed i suoi amici erano entrati é una di quelle macchine terribili, un specie di galleria che strisciando sul fondo raccoglieva tutto dopo averlo sradicato, spostava scogli, distruggeva alghe ma la cosa più grave era che dove passava rimaneva il deserto.
Soluzioni Tommaso ne vedeva poche. Chiedere aiuto ai compagni di sventura nemmeno a parlarne, visto che erano in condizioni anche peggiori. Stava anche lui per rinunciare e abbandonarsi al destino, quando un grosso masso andò a colpire la rete vicino alla sua testa spezzando alcune maglie. Tommaso piccolino com’era riuscì con uno sforzo enorme ad infilarsi in quel buchino , prima la testa, poi le pinne e poi.. venne risucchiato fuori.
Tommaso perse l’orientamento e rotolando andò a colpire un oggetto duro ed a lui invisibile ebbe solo la forza di dire:
-
AIUTO!!!
e cadde svenuto. Quanto tempo era passato, lui non lo sapeva, ma aprendo gli occhi vide solo che era appoggiato su di un fianco. Cercò di sollevarsi ma era pieno di dolori. Riprovò di nuovo ed in questo caso riuscì a raddrizzarsi più facilmente. Aveva ricevuto una spinta da dietro. Girò piano la testa ed ecco che davanti ai suoi occhi apparvero i suoi amici insieme a tanti altri esseri.
- CI VEDO BENE O QUESTO E’ UN
SOGNO??
- SEI VIVO, AMICO CARO-
disse Pippo.
- SIAMO TUTTI VIVI GRAZIE AL TUO CORAGGIO ED ALLA TUA
TENACIA - proseguirono tutti gli altri - LO SAI CONTRO COSA SEI ANDATO A SBATTERE PRIMA DI SVENIRE?
ECCOLO!
Davanti a Tommaso apparve un enorme Pesce Spada.
- SI TOMMASO, HAI COLPITO ME, MA PRIMA DI PERDERE
CONOSCENZA MI HAI CHIESTO DI AIUTARE I TUOI AMICI. SAI PER ME E’ STATO UN GIOCO DA RAGAZZI, DUE COLPI DI SPADA, , ZIC ZAC , ED ECCO CHE LA RETE SI E’ APERTA.
- MA QUANTI
SIETE? - disse Tommaso, vedendo centinaia di occhi che lo
guardavano.
-
MOLTI! - risposero in coro, ed un applauso partì
immediatamente.
- GRAZIE PER AVERCI SALVATA LA VITA! -
rosso per la timidezza:
- NON HO FATTO NULLA DI PIÙ DI QUELLO CHE AVRESTE FATTO VOI
La compagnia , scampato il pericolo, prese a vociare ed a parlare fitto fitto tanto che nessuno più o meno capiva cosa diceva l’altro tanto era l’eccitazione del momento.
Tommaso ad un certo punto alzandosi sulla coda esclamò:
- AMICI, IL DESTINO CI HA FATTO INCONTRARE.
- e prese a raccontare del suo sogno;
- IO VENGO.-
disse spada Pino.
- ANCHE
NOI! - aggiunse in corona famiglia di moscardini.
- PURE NOI! –
fece eco un gruppo di sogliole.
Ed ancora i Branzini, i Naselli, le Orate, le Sardine e noi, e noi
- SIAMO TUTTI CON
TE!
E così ai tre amici si aggiunsero le Aragoste, le Conchiglie, le Stelle di mare, ed anche una bellissima famiglia di Delfini. In tutti era scoppiato il desiderio di arrivare al Mondo di Paguro Ron.
La brigata incominciò a pinnare verso il mare infinito.
Sud sempre a Sud, il nulla li circondava. La sfiducia e la stanchezza dopo gironi di peregrinare incominciavano a creare qualche problema.
- TOMMASO CI HAI
INGANNATI!
- TOMMASO VIVI SOLO DI
SOGNI
Ma Tommaso imperterrito continuava ad andare verso
Sud.
Alle prime luci dell’alba, quando il mare prende il colore rosso del sole, Tommaso vide una piccola alga, un striscia lunga e sottile che fluttuava spinta dalla corrente.
Pinnò velocemente verso di lei e fu in quel momento che si rese conto che la meta era vicina.
Eccitato tornò velocemente verso il gruppo che stava in quel momento riposando e si mise a gridare con tutta l’aria che aveva nelle branchie:
- AMICI CE L’ABBIAMO FATTA, SVEGLIATEVI, SIAMO
VICINI ALLA META.
Il branco si svegliò di soprassalto, si guardò intorno, ma non capiva il motivo di questa eccitazione, tutto sembrava come prima.
Pippo, vecchio polipo saggio, soggiunse:
- TOMMASO, HA RAGIONE. LA VEDETE QUEST’ALGA LUNGA E VERDE? E’ UNA POSIDONIA. DOVE SONO LORO IL MARE E’ PULITO E TERSO, SIATENE CERTI. BASTA SOLO CHE SI VADA NELLA DIREZIONE DALLA QUALE E’ VENUTA, RISALENDO LA CORRENTE VEDRETE CHE ARRIVEREMO. ALLORA,
MUOVIAMOCI!
Raccolte loro cose ripresero il cammino. La corrente era forte , la stanchezza e la fatica rallentavano il loro procedere.
Polipo Pippo e Spada Pino avevano il loro da fare per riportare nel gruppo i più piccolini ed i più deboli.
Ad un tratto,
davanti ai loro occhi, si aprì uno spettacolo grandioso.
Conchiglie lucenti, alghe multicolori, coralli e pesci, pesci a non finire che giocavano a guardia e pescatore, che facevano pinnatondo, le capriole, che raccolti intorno ai dentici ascoltavano attentamente le lezioni.
Insomma un mondo incantato tanto che dalle loro bocche uscì
- HO !!!!!!!
- AMICI MIEI - prese a dire Tommaso - AVETE VISTO, SIAMO FINALMENTE ARRIVATI. NON ERANO SOGNI QUELLI CHE PAGURO RON MI RACCONTAVA.
QUESTO E’ IL NOSTRO MARE E’ IL MARE DELL’
ISOLA DI SMERALDO
Sopra un grande scoglio stava adagiata una grossa Cernia, aveva almeno cent’anni, i suoi occhi erano grandi e dolci e grosse bolle d’aria uscivano dalla sua enorme bocca, tanto da sembrare immersa in una vasca da idromassaggio.
Tommaso gli si avvicinò:
- BUON GIORNO SIGNORA CERNIA, SIAMO UN GRUPPO DI PESCI FUGGITI DALL’INQUINAMENTO DEL NOSTRO MARE...
e proseguì raccontando tutte le peripezie.
Alla fine del racconto il grande pesce volse la testa verso il gruppo:
- SIATE I BENVENUTI TRA NOI. ERO
GIA A CONOSCENZA DI QUELLO CHE ACCADEVA AL NORD, GLI UMANI NON CAPISCONO PROPRIO NULLA E SI STANNO DISTRUGGENDO CON LE LORO MANI.
SARETE STANCHI, IMMAGINO, ED ANCHE AFFAMATI, RIVOLGETEVI A MEDUSA ROSA PER OGNI
NECESSITA'
Così detto si immerse nuovamente nelle sue bolle.
Il gruppo rincuorato dalla gentile accoglienza si diresse verso Medusa Rosa.
Medusa Rosa era una signorina un po’ frivola che portava in testa un cappello e danzava volteggiando sulle sue gambette sottili.
Accortasi dell’arrivo di Tommaso e dei suoi amici si fermò e disse:
- BENE ARRIVATI, AVETE
FAME?
Con pochi e precisi gesti allestì in un battibaleno la tavola. Vermetti, conchiglie, ricci, tutto quanto il mare era in grado di dare come cibo.
- BUON
APPETITO!
Il gruppo non aspettava altro, si sedette intorno alla tavola ed incominciò a divorare tutto quello che Medusa Rosa aveva preparato.
Il rumore del mare era una dolce musica per le loro orecchie e molti appoggiarono il capo sulle alghe e si addormentarono.
Anche Tommaso si addormentò sorridente profondamente .
E poi.........................
E poi Tommaso andò girovagando per il mare immenso chiamando a raccolta altri compagni, ma prima di tutto ritornò a casa sua dove riapinnò la sua famiglia e con loro andò a vivere nel mare della
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