Sono molto lieto
dell'occasione che mi è stata offerta da questo sito di
divulgare ulteriormente la Grammatica del tabarchino,
opera fortemente voluta dalle istituzioni scolastiche di
Carloforte e realizzata con la determinante collaborazione di
tanti amici carolini e calasettani.
Il lavoro si inserisce in
una duplice prospettiva, che è rappresentata da un lato dalla
necessità di proseguire la ricerca sul tabarchino e la sua
presentazione al pubblico specialistico, dall'altro quella di
offrire alla comunità dei parlanti una serie di strumenti utili
al mantenimento e alla tutela del patrimonio linguistico del
quale essa è portatrice.
In questi anni ho
realizzato diverse opere a carattere più strettamente
scientifico, destinate agli "addetti ai lavori", ma ho anche
cercato di elaborare, attraverso il Dizionario etimologico
storico tabarchino un'opera leggibile (e, spero, godibile) a
più livelli, accessibile a un pubblico ampio di interessati e
"curiosi" non meno che agli studiosi.
La Grammatica è,
se possibile, ancora più vicina a questo intento di
divulgazione: essa è nata infatti da un'esigenza fortemente
avvertita dalle istituzioni scolastiche locali, che dopo il
primo passo della fissazione della grafia hanno ritenuto
opportuno di dotarsi di una descrizione completa,
per quanto
possibile, delle strutture della lingua. Per questo motivo la
Grammatica è stata realizzata su modelli di impianto
tradizionale, così da permettere di ricavarne elementi utili
all'elaborazione di materiali didattici, senza per questo
rinunciare a un rigore espositivo che consenta al lavoro di
essere fruito da parte degli studiosi interessati.
La presentazione di
Nicolo Capriata e la breve introduzione chiariranno meglio agli
interessati le modalità attraverso le quali sono stati raccolti
i materiali per la realizzazione dell'opera: è però essenziale
chiarire ancora una volta, in questa sede, il carattere
descrittivo e non normativo della Grammatica,
con la quale non abbiamo
inteso affatto, io e i miei amici e
collaboratori, fornire un modello univoco di tabarchino, limitandoci a riflettere sulle strutture generali e rispettando
idealmente la pluralità di aspetti e di inflessioni che
caratterizza la pratica viva della parlata a Carloforte e a
Calasetta.
Fatte queste
precisazioni, la Grammatica si propone come un tassello
ulteriore nel quadro della promozione del tabarchino nel
contesto della realtà linguistica regionale e nazionale. Più di
altre varietà parlate in Sardegna, il tabarchino può contare,
anche per l'area ristretta in cui viene
parlato, su una relativa
omogeneità, fatto che ha favorito le scelte ortografiche e che
consente, anche in assenza di una "norma" standardizzata, di
procedere agevolmente nell'attività di tutela e di rivitalizzazione. Tali processi sono favoriti anche
dall'eccezionale tenuta dell'uso vivo e dal forte sentimento di
autostima dei parlanti, circostanza che attribuisce alle
iniziative sul tabarchino un valore sociale e culturale estraneo
a certe pratiche di recupero "archeologico" di varietà
linguistiche minoritarie in forte deficit di vitalità.
Malgrado la colpevole
omissione di questa varietà dal novero delle lingue minoritarie
tutelate in base alla legislazione nazionale (fatto ancor più
scandaloso se rapportato alla effettiva tutela
promossa invece
dalla legislazione regionale), il tabarchino sembra dunque in
grado di affrontare meglio di altre varietà linguistiche
regionali o locali la sfida con la modernità e con i processi di
omologazione a livello globale la comunicazione verbale: sotto
questo punto di vista, anche questa diffusione
della
Grammatica attraverso i mezzi più moderni e attuali vuol
essere un segnale di vivacità e un esempio della straordinaria
capacità della cultura tabarchina di aggiornarsi costantemente,
pur restando costantemente fedele a se stessa. |