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Carloforte,
lunedì 17 settembre 2001
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Carloforte.
Il parroco don Vitale: «Un’irrisione a tutti i credenti che deve fare riflettere» |
Fiori e preghiere per l’Immacolata |
Pellegrinaggio alla statua della Madonna imbrattata di pomodoro |
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CARLOFORTE
Un intenso pellegrinaggio e tanti mazzi di fiori ai piedi del simulacro oltraggiato dai teppisti. Così Carloforte ha reagito al gesto sacrilego contro la statua della Madonna di piazza Pegli. Nella notte fra sabato e domenica il simulacro era stato imbrattato di sugo di pomodoro. La Madonnina è stata lavata domenica mattina dai fedeli, e ieri in tanti hanno portato fiori al simulacro. Giuseppina Paderi, che si è arrampicata sul monumento ripulendolo dalla salsa, è ancora incredula, mentre Marcello Puiè, anche lui presente, si domanda: «Che senso ha prendersela con la Madonna?». Domenica sera, durante la messa celebrata nella parrocchia di San Pietro, il parroco Don Vitale Melis è ritornato sull’accaduto. Per il sacerdote, l’atto compiuto è stata «un’irrisione a tutti i credenti, che porta ad una profonda riflessione per tutta la comunità». Quest’ultimo fatto viene considerato meno grave dell’atto empio di Canalfondo, quando, per ben due volte, un piccolo simulacro della Madonna era stato “sradicato” dal suo basamento di cemento: la prima lanciato nel vuoto e trovato a centinaia di metri, la seconda scomparso tanto che i fedeli hanno messo al suo posto un’altra statua. Anche questa volta, lo sdegno dei carlofortini è stato grande, anche perché la Madonna è parte integrante della loro storia. Alla “Madonna dello schiavo” è infatti attribuita l’intercessione che ha permesso ai loro avi di ritornare, agli inizi dell’ottocento, a San Pietro, dopo essere stati deportati in Tunisia.
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