La
mia conclusione,che mi è balenata in mente mentre la prua del
SAIPH doppiava i fanali verde e rosso del porto di Carloforte è,
che molto semplicemente, dopo mille difficoltà e cento piccoli
problemi, lo abbiamo fatto.
L'ho fatto io per me stesso, per le sensazioni che mi ha regalato
nei diversi momenti vissuti felicemente, e per i momenti in cui le
nostre forze e la nostra comune determinazione sono state messe
alla prova, e perché è stato bello mentre ci avvicinavamo nelle
ultime miglia pensare per un momento" perché tu Nonno lo avresti
fatto esattamente così".
Lo abbiamo fatto con ognuna delle sette persone che erano a bordo
e che seppure con motivazioni diverse, che mi piacerebbe ognuno di
loro potesse scrivere personalmente (e li invito a farlo), ci
siamo ritrovati a condividere insieme questo tempo, che tanto mi
ha segnato e tanto ancora mi ha insegnato.
Lo abbiamo fatto per i "Carlofortini del mondo" che avrebbero
voluto esserci e non ci sono stati e per tutti quelli che in ogni
occasione ci hanno seguito ed incoraggiato.
Lo abbiamo fatto, perché la forza di una idea ci ha riempito le
vele e ci ha fatto sentire che "Sulla rotta degli AVI" era il
luogo e il momento dove volevamo essere e per il quale sentivamo è
valsa la pena di sacrificare tempo ed energie.
Lo abbiamo fatto per la memoria degli AVI per potere condividere
l'emozione di vedere, in una meravigliosa giornata di sole e di
mare, il profilo di uno scoglio comparire dal mare e
materializzarsi davanti ai nostri occhi e abbiamo sentito, che
quel luogo che compariva davanti ai nostri occhi quel giorno era
ancora di più il nostro "Paise", il nostro "Schoggiu".
Abbiamo guardato insieme quel profilo nella luce del mattino e
abbiamo avuto la conferma che la notte passata in navigazione per
arrivare in tempo per godere quello spettacolo era stata spesa
bene, così quando l'ancora ha toccato il fondo sulla sabbia di
Guidi abbiamo conquistato il trofeo più bello.
La nostra isola verde, quella che noi siamo riusciti a vedere e
che arrivando sempre dal lato della spiaggia non si può
comprendere.
Lo abbiamo fatto con le nostre forze di navigatori, che seppure
coscienti dei propri limiti, sfidando quei limiti ancora una volta
abbiamo ritrovato una nuova misura di noi stessi, scoprendoci
capaci di sfidarci e di sorprenderci.
Lo abbiamo fatto perché molto semplicemente, quando ci abbiamo
pensato la prima volta abbiamo non solo creduto che sarebbe stato
possibile, ma che ne sarebbe sicuramente valsa la pensa per noi
stessi, e perché da oggi quando penseremo a noi stessi ci
sentiremo più Carlofortini, e più Tabarkini ancora di quanto non
ci sentivamo già prima.
Altri forse lo avevano gia fatto senza tanto clamore, e altri
forse lo faranno dopo di noi, e la punta delle colonne accoglierà
anche loro con la stessa benevolenza ma a noi otto, equipaggio del
Saiph ci piace pensare, con una punta di malcelato orgoglio, che
la rotta della memoria è nostra, perché abbiamo voluto
"ricordarla" e metterla in pratica, e che il vento del sogno è
quello che ha riempito le nostre vele.
Mi piace pensare a Silvia e ricordare anche lei come un ricordo
speciale seppure tragico e terribile di quei momenti, di cui
porterò sempre nel mio cuore qualcosa di indelebile e profondo, di
lei e del suo amore per il mare "scoperto" in quei giorni.
Ciao Silvia, che tu possa navigare oggi tra mari sereni e venti
dolci e leggeri...
Per concludere voglio rispondere a due osservazioni che ho
sentito.
Qualcuno mi ha detto: "chissà come mai non ci hanno pensato prima
... che strano... neanche un carlofortino..." qualcun'altro mi ha
detto : " il titolo sulla rotta degli avi, è mio. ci avevo pensato
prima io, l'idea è mia".
A tutti rispondo che pensare una cosa così è facile, molto più
difficile è realizzarla, mettendoci impegno, fatica e passione, e
come recita il motto della nostra Marina Militare Italiana, che mi
sembra molto appropriato per l'occasione, dico:
"Non a colui che inizia, ma a colui che persevera..."
Che la nostra perseveranza sappia condurci verso la nuova meta che
già comincio a intravedere...
Maurizio
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