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ATTACCO AGLI USA:
«Le torri? Non le vedo più»
- Paolo Bonsignore e il suo resoconto via e-mail
Di seguito il dialogo serrato avvenuto il 13 settembre 2001, tramite posta elettronica, tra Daniele Passanante
e Paolo Bonsignore.
Da News2000,
il webmagazine quotidiano del portale Libero.it.
(Leggi l'articolo originale con un click <QUI>)
«Telefoni bloccati, un disastro tremendo, ma io e mia moglie ok». Inizia così il dialogo via posta elettronica (l'unico mezzo di comunicazione che funzioni), telegrafico e intenso e continua nella seconda mail: «Io sono qua a guardare Cnn e Msnbc come tutti. Mia moglie adesso sta lasciando NY per andare in NJ, evacuata. Tutti stanno lasciando Manhattan. È una cosa tremenda, Daniele, non hai idea. In ufficio la gente è agghiacciata e piange. Ci sarà una guerra, Daniele. Non hai idea. Io non so dove sarò. Non posso tornare a casa e cercherò di entrare in contatto con mia moglie, di raggiungerla. Se riesco, da stasera, sarò su hotmail, ma sono ancora qua per le prossime ore». Il messaggio disperato è di Paolo Bonsignore, brand manager di un'importante azienda italiana a New York. Un'istituzione in rete, per avere costruito NYCebriefing.com, un sito dedicato alla Grande Mela (vedi box qui a lato) insieme al suo collega e amico, un altro italiano a New York, Vittorio Verdun.
Paolo non è un testimone oculare diretto, ma si trova in America, nel New Jersey, al di là del fiume Hudson, Manhattan è a vista. E racconta un dramma. Il suo personale e quello di un'intera nazione. Sconvolta. Tramite la newsletter ringrazia le oltre 200 persone che via mail gli hanno scritto, poi gli viene l'idea di mandare un bollettino.
E racconta: «Premesso che il mio ufficio è in New Jersey, quindi lontano dalla catastrofe, vi mando qualche notizia di seconda mano. I pompieri hanno rinunciato a cercare di combattere le fiamme, questo dice già molto. Nelle due torri lavorano oltre 50mila persone. Quando il primo aereo ha colpito la prima, la seconda NON è stata evacuata per evitare di avere i lavori di soccorso intralciati da 25mila persone. Questo significa che solo chi stava ai piani inferiori è (forse) riuscito ad evacuare. Adesso le torri sono crollate. È devastante.
Mia moglie lavora a Manhattan e stanno evacuando tutti gli uffici. Lei sta cercando di attraversare il fiume con un traghettino. Spero ce la faccia, se no non so dove potrà andare a casa no perché è proprio vicino alle torri. Aspetto sue notizie in qualche modo. Se non chiama la raggiungo (provo) dove so che sta cercando di andare. Manhattan si sta svuotando. È il caos nelle strade, anche perché tutti i ponti e i tunnel per uscire dalla città sono chiusi e quindi l'unica cosa che si può fare è andare a nord. I telefoni sono saltati e non c'è modo di comunicare. Anche i cellulari sono bloccati.
Altri attacchi sono in corso in altri punti del paese. Jet militari volano sulla città. Aereoporti chiusi, voli in arrivo in Usa tutti dirottati in Canada o Messico. Voi non avete idea della furia di questo attacco e della furia della reazione che seguirà. Qua ci sarà una guerra vera e propria».
Meno di un'ora più tardi scrive un secondo bollettino: «Che le torri sono cadute lo avete visto anche voi. È come se avessero cancellato il Colosseo o Venezia, per darvi un'idea della portata emotiva della cosa. Le ho viste 3 ore fa. Ora non le vedo più. La nazione è sotto shock».
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